Pechino promette un apprezzamento dello yuan, "a tempi appropriati"
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La questione energetica ha dominato il primo giorno del quarto Dialogo strategico economico tra Cina e Stati Uniti, maggiori consumatori mondiali che vogliono garantirsi forniture adeguate. Intanto Pechino annuncia l’intenzione di rivalutare lo yuan rispetto a un dollaro sempre più debole.
Ad Annapolis (Maryland) Zhou Xiao Chuan, governatore della centrale Banca del popolo di Cina, ha detto ieri ai cronisti che lo yuan “dovrà rivalutarsi” a causa della debolezza del dollaro, che farà salire i prezzi delle materie prime. Il dollaro ha perso circa il 30% del suo valore dal 2002, mentre lo yuan dal luglio 2005 si è apprezzato del 20% sulla valuta Usa. Da tempo Pechino critica gli Usa e chiede che intervenga per rendere il dollaro stabile, osservando che – come ha ripetuto la settimana scorsa Sun Zhenyu, ambasciatore cinese presso l’Organizzazione mondiale del commercio - “dato che è la principale valuta per le riserve internazionali, il drammatico deprezzamento del dollaro ha assottigliato le riserve di molti Paesi e ridotto il [loro] benessere sociale”.
Zhou ha ribadito che le economie emergenti “sentono le conseguenze” del declino del dollaro. Molti esperti ritengono necessario un apprezzamento dello yuan anche per combattere la crescente inflazione interna, mentre gli Usa osservano che il basso cambio avvantaggia le esportazioni cinesi e favorisce l’aumento del surplus negli scambi commerciali a favore di Pechino.
Al di là di questo annuncio, gli esiti dei colloqui appaiono modesti. Il segretario Usa al Tesoro Henry Paulson, rilevato che la domanda di energia cresce rapida mentre la produzione rimane stabile da anni, ha insistito che i due Paesi possono operare insieme “per la sicurezza energetica e [una produzione che sia] sostenibile per l’ambiente”. Il vicepremier cinese Wang Qishan ha confermato che Pechino sta considerando come apprezzare lo yuan ma che lo farà nei tempi appropriati.
Sulle altre questioni le posizioni sono distanti: ad esempio, Pechino non appare disponibile ad aprire il mercato finanziario alle ditte estere, come chiede Washington. La promessa che proseguirà la rivalutazione dello yuan appare utile anche per alleggerire i contrasti.
Comunque Pechino sta cercando un proprio modello di sviluppo economico, diverso da quello Usa, e gli analisti non si attendono grandi risultati da questi colloqui, anche considerato che è prossima la fine della presidenza di George W. Bush.