Pechino "non cambierà la sua politica di pianificazione familiare"
Zhang Weiqing, direttore della Commissione per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare, difende la "legge sul figlio unico" e spiega: "Il problema non è la legge: grazie a questa abbiamo evitato 400 milioni di nascite".
Pechino (AsiaNews/Scmp) Il governo cinese "farà solo cambi di poco conto" alla politica di pianificazione familiare che "deve rimanere stabile almeno per i prossimi cinque anni". Zhang Weiqing, direttore della Commissione per la popolazione nazionale e la pianificazione familiare, difende così la famigerata "legge del figlio unico" in un'intervista al giornale di Pechino Study Times.
"La politica attualmente in vigore dice deve rimanere così com'è, se si vuole affrontare la prossima esplosione demografica del Paese". Per Zhang, "la disuguaglianza sessuale del nostro Paese non è collegabile con questa politica, ma è frutto della profonda convinzione popolare secondo cui un maschio è sempre meglio di una femmina".
Secondo gli esperti cinesi di demografia, in Cina nascono 117 neonati maschi ogni 100 femmine: una sproporzione che si scontra in maniera violenta con la media mondiale di 104 maschi ogni 100 femmine. "La nostra politica di pianificazione familiare non è colpevole di questa situazione afferma perché il vero problema sono i controlli pre-natali che danno ai genitori la possibilità di conoscere il sesso del nascituro".
"La priorità di Pechino spiega è quella di migliorare la qualità della vita della popolazione e per fare questo è necessario controllare le nascite: dai primi anni '70 [periodo in cui viene lanciato il controllo della popolazione ndr] siamo stati in grado di prevenire circa 400 milioni di nascite". "Il problema più serio conclude rimane quello di spiegare a tutti che i ragazzi non sono per forza meglio delle ragazze".
La popolazione cinese secondo i dati di uno studio dell'Ufficio nazionale di statistica del novembre 2005 è cresciuta del 3,2% in 5 anni, arrivando a 1,306 miliardi, con una crescita annuale dello 0,63% pari a 8,09 milioni di persone. Ma aumenta con rapidità l'età media della popolazione. I giovani con meno di 14 anni sono diminuiti del 2,62% e gli ultrasessantenni sono cresciuti dello 0,76%. I dati mostrano il rischio di un ulteriore maggior invecchiamento nei prossimi anni.
Aumentano i maschi, che sono il 51,53% della popolazione (+0,44% rispetto a 5 anni fa), con una proporzione di 106,3 uomini per 100 donne. In notevole crescita i migranti: +8,3% per un totale di 147 milioni di persone che dalle campagne vanno a lavorare nelle grandi città. In aumento, in conseguenza, anche i residenti urbani (+6,77%).
Dal 1978 è consentito un solo figlio ai residenti urbani e due ai contadini. Il Paese è passato dai 5,83 figli per coppia negli anni '70 a 2,1 bambini nel 1990 e agli 1,8 attuali. Il governo vuole che, nel 2010, la popolazione non superi gli 1,37 miliardi. Questa politica ha portato a un gran numero di aborti e uccisioni di neonati femmine, per avere un maschio che porti il nome della famiglia.