Pechino ha paura di milioni di laureati disoccupati
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il 12% dei cinesi laureati nel 2008 non aveva ancora trovato lavoro, secondo uno studio dell’Accademia cinese delle scienze sociali di pochi mesi fa. Nel 2009 ci saranno oltre 7 milioni di nuovi laureati o diplomati con prospettive peggiori, per la crisi economica, che dovranno lottare anche con altri 1,5 milioni di laureati ancora disoccupati. Per molti di loro trovarsi disoccupati è una vergogna troppo grave, che li porta alla depressione o addirittura al suicidio.
Per la forte contrazione delle esportazioni, nel Paese hanno chiuso decine di migliaia di fabbriche e sono molto diminuiti i rapporti con le ditte estere. Questo ha anche causato una forte diminuzione della richiesta di lavoratori laureati.
Questa diffusa disoccupazione genera grande preoccupazione nel governo, per il timore che un eccessivo numero di laureati disoccupati possa causare malcontento e proteste sociali. Anche considerato che ci sono almeno 25 milioni di migranti che hanno perso il lavoro. Le proteste di piazza Tiananmen nel 1989 sono nate anche dalla presenza di un gran numero di studenti insoddisfatti, che hanno portato la loro protesta in strada.
Per questo il Partito comunista è impegnato a trovare loro lavoro. Il Consiglio di Stato ha diffuso una guida in 5 punti diretta ai governi locali per aiutare i laureati a trovare lavoro, sollecitando il massimo impegno dei funzionari. Ad esempio nella città di Weifang (Shandong) diversi funzionari pubblici sono stati incaricati di trovare ognuno lavoro ad almeno tre laureati, utilizzando le conoscenze e i mezzi del governo. Il governo di Pechino ha annunciato che darà lavoro a 1.600 laureati con un contratto triennale, quali collaboratori dei funzionari nei villaggi intorno alla capitale.
Il premier Wen Jiabao, nel corso di una visita nello Shaanxi, in un discorso a 2.500 studenti a Xian il 5 giugno ha assicurato il massimo impegno del governo per creare più posti di lavoro. Egli il 7 giugno, in un discorso all’università Jaotong di Xian, ha invitato studenti e laureati a cercare lavoro anche nei centri rurali. Il presidente Hu Jintao, in un discorso il 6 giugno alla China Agricultural University, ha pure auspicato che sempre più studenti “impieghino le loro capacità in zone di provincia”. Il ministro per l’Istruzione ha detto a inizio giugno che circa il 48% degli ultimi 6 milioni di laureati ha dovuto cercare lavori non corrispondenti ai loro studi in zone rurali.
Questo è sentito come un disonore, specie per gli studenti provenienti dalle povere zone rurali, che per giungere alla laurea hanno dovuto studiare con grande impegno e con sacrificio economico per le famiglie. Per anni hanno sognato di trovare un buon lavoro. Ritrovarsi disoccupati è una vergogna e molti cadono in depressione. Le statistiche ufficiali dicono che la mancanza di lavoro costituisce la principale causa di suicidio, tra gli studenti. Intanto aumenta chi abbandona gli studi dopo essere arrivato alle scuole superiori o all’università: ben il 23%, rispetto al 10% del 1998.