Pechino guida l'assalto alla "tassa sul carbone" della Ue
Mosca (AsiaNews) - I governi di 23 nazioni, comprese Cina e Stati Uniti, si sono uniti per combattere la nuova "tassa sul carbone" imposta dall'Unione europea per cercare di salvare l'ambiente dai cambiamenti climatici. La tassa non riguarda il carbon fossile ma le emissioni di gas inquinanti prodotti dagli aerei in volo: con una scelta poco felice, Bruxelles ha deciso di imporre un balzello per tutti coloro che viaggiano da e verso il proprio territorio.
L'idea alla base della scelta è che i gas inquinanti cadono su territori che non li hanno prodotti e vanno quindi risarciti. Ma non tiene conto del fatto che la maggior parte del traffico aereo non interno all'Europa si svolge sugli oceani e che è comunque impossibile quantificare se e quanto le emissioni colpiscano realmente i territori da risarcire.
Pechino si era già scagliata contro la proposta e ora, con la collaborazione della Russia, ha guidato le 23 nazioni a firmare la Dichiarazione congiunta di Mosca: nel testo, i governi si dicono pronti a lanciare una "guerra commerciale" contro le linee aeree europee che fanno tratte internazionali e hanno stilato 9 modi possibili per colpirle.
Parlando a nome del gruppo - che comprende anche Cina, India, Giappone, Arabia Saudita e Nigeria - il vice ministro dei trasporti russi Valery Okulov ha detto: "Vogliamo che questa misura sia cancellata o rimandata a data da destinarsi". E ha paventato l'ipotesi di non concedere più il permesso di sorvolare la Siberia per chi debba muoversi dall'Europa all'Asia.
In Cina la proposta europea è stata presa come una sfida, in particolar modo visti i pochissimi risultati raggiunti nei vari summit internazionali per la difesa dell'ambiente. Scetticismo e ironia anche sui cambiamenti climatici prodotti dall'uomo: il riscaldamento globale, che avrebbe dovuto squagliare le calotte polari e inondare il pianeta, è stato accolto dall'inverno più freddo degli ultimi 50 anni.
15/03/2022 13:05