Pechino esegue la condanna a morte di tre filippini. Inutili gli appelli della Chiesa
Per chiedere la grazia al governo cinese ieri la Conferenza episcopale filippina ha organizzato una veglia di preghiera nella capitale. Nei giorni scorsi le famiglie e alcune organizzazioni per i diritti umani hanno inviato lettere aperte dove hanno sottolineato l’innocenza dei condannati, che avrebbero portato la droga nelle valigie senza saperlo. Il presidente Aquino ha più volte invitato la Pechino al dialogo, tuttavia il ministero degli esteri cinese ha dichiarato che il traffico di droga è un grave reato e che giustizia è stata fatta.
Ieri, un vescovo filippino intervistato da AsiaNews ha criticato il caso, invitando i Paesi come la Cina ad abbandonare l’utilizzo della pena di capitale, che toglie ogni possibilità e speranza cambiamento, impegnandosi a migliorare i propri sistemi di giustizia spesso imperfetti e corrotti.
In questi anni diversi cittadini stranieri sono stati condannati a morte per spaccio di droga sul suolo cinese. Nel 2009 le autorità hanno eseguito la condanna di un giapponese, di un nigeriano e di un britannico. La Cina è l’unico Paese dove il numero delle esecuzioni cresce anziché diminuire. Nel solo 2010 oltre 1000 persone sono state giustiziate. Nel resto del mondo sono state eseguite 740 condanne.
23/02/2019 08:00
29/07/2016 08:47