Pechino elogia il “leader rivoluzionario” Fidel Castro
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - La stampa di governo è piena di elogi e foto storiche del Lider maximo, Fidel Castro, il giorno dopo il suo annuncio che lascerà la presidenza, dopo quasi 50 anni di potere assoluto.
Il portavoce del ministero cinese degli esteri, Liu Jianchao ha dichiarato che “il presidente Castro è un leader rivoluzionario, che ha amato profondamente il popolo cubano. Egli è anche un vecchio amico del popolo cinese”.
In realtà Cina e Cuba sono stati nemici e antagonisti nella crisi cino-sovietica, quando Castro appoggiava l’Urss. I rapporti fra Pechino e l’Avana sono migliorati solo dopo il crollo dell’impero sovietico, nel ’91. Avendo perso i sussidi economici da Mosca, Castro ha cercato aiuti presso Pechino per salvare la rovinosa economia dell’isola.
Castro ha pure visitato la Cina nel 1995 e nel 2003, mostrandosi interessato all’esperienza del “socialismo con caratteristiche cinesi”, ossia le aperture capitaliste e modernizzanti delle zone economiche speciali. Gli annali ricordano il suo stupore davanti allo sviluppo di Shenzhen, la città cinese con il reddito medio più alto. Castro aveva dichiarato di voler pensare a come attuare le stesse riforme economiche anche al suo Paese.
Nel 2004 Hu Jintao ha visitato Cuba, continuando l’opera di sostegno finanziario alla immiserita rivoluzione cubana, con generosi prestiti e investimenti per 500 milioni di dollari per la costruzione di un impianto per la produzione di nickel a Moa (provincia di Holguin). Anche il predecessore di Hu, Jiang Zemin, ha visitato Cuba due volte.
Mentre il Quotidiano del popolo dedica a Fidel Castro un album di fotografie, dai primi passi rivoluzionari, fino alla figura emaciata degli ultimi mesi, segnata dalla malattia, il sito del Ministero degli esteri proclama che “Cina e Cuba sono nazioni amiche. Da parte sua la Cina continuerà a consolidare e sviluppare reazioni sino-cubane in modo amichevole e cooperativo”.
Il commercio fra Cina e Cuba è salito fino a 1,8 miliardi di dollari nel 2006. Pechino esporta autobus, locomotive, strumenti per l’agricoltura e beni di consumo. Cuba ripaga con l’esportazione dello zucchero di canna.
Alcuni analisti affermano che la Cina usa i buoni uffici di Cuba, che ha tenuto contatti con i paesi un tempo legati all'Urss, per far penetrare l'economia cinese. "Castro esportava in Africa la rivoluzione, oggi la Cina esporta il 'made in China' i Africa e in America Latina" ha detto un insegnante di economia all'università di Pechino.
Entrambi i due Paesi sono uniti da una violenta soppressione dei diritti umani e della libertà religiosa.
26/11/2016 11:05