27/05/2011, 00.00
CINA - COREA DEL NORD
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Pechino e Pyongyang “lanciano” le Zone economiche comuni

di Joseph Yun Li-sun
Pur in un mare di propaganda, l’incontro fra Kim Jong-il e Hu Jintao si è chiuso con un accordo rivoluzionario: la creazione di almeno due zone a sovranità congiunta dove aprirsi al libero mercato. Fonti di AsiaNews spiegano: “Probabilmente è soltanto una foglia di fico, dove la Cina sbatterà i dissidenti e la Corea del Nord nasconderà le armi”.
Seoul (AsiaNews) - La Cina e la Corea del Nord si sono accordate per aprire almeno due Zone economiche speciale di sviluppo condiviso, dove Pechino e Pyongyang intendono installare fabbriche di ultima generazione per migliorare la qualità dell’economia nordcoreana. Ma il rischio, dicono diverse fonti ad AsiaNews, è che queste due zone divengano “una sorta di porto franco, dove la Cina possa inviare i dissidenti più sgraditi e la Corea del Nord possa nascondere i materiali bellici che non vuole far vedere alla comunità internazionale”.
 
L’accordo è stato siglato durante il terzo viaggio di Kim in Cina in poco più di un anno, un viaggio caratterizzato da argomenti come la disastrata economia nordcoreana, sottoposta a pesanti sanzioni da parte dell’Onu, e il disarmo nucleare di Pyongyang, il cui ritardo incute timore al resto del mondo. Secondo alcune indiscrezioni, i due dittatori hanno scelto come prime zone l’isola di Hwanggumpyong – nella parte meridionale del fiume Duman – e la provincia di Rajin-Sonbong
 
Durante i colloqui bilaterali, Kim ha dichiarato che la Corea del Nord “ha bisogno di una regione stabile per procedere con lo sviluppo e vuole ritornare al tavolo delle discussioni sul disarmo nucleare. Ecco perché chiede l’aiuto della Cina, con cui intende sviluppare delle aree economiche speciali dove cooperare”.
 
Il summit non ha segnato la svolta nello stallo per quanto riguarda il disarmo, ma Kim ha chiarito di “non voler alimentare nuovi scontri”, dopo che l'anno scorso la Corea del Sud ha accusato Pyongyang di aver affondato una sua nave da guerra e aver bombardato un’isola sotto il controllo di Seoul, innescando un duro confronto e la chiusura del confine sul 43esimo parallelo.
 
Il fattore più interessante è però sicuramente quello delle aree economiche speciali. Secondo l’agenzia di stampa governativa Xinhua, Kim ha detto a Hu che “la Corea del Nord si sta concentrando ora sulle sue energie e sullo sviluppo economico, e ha bisogno di un ambiente stabile intorno. Speriamo ci sia un allentamento della tensione nella penisola coreana, e che si possa raggiungere l'obiettivo della denuclearizzazione della penisola, e per questo invochiamo la ripresa dei colloqui a sei. Siamo sempre stati sinceri per quanto riguarda il migliorare le relazioni tra nord e sud”.
 
Secondo il piano, gli investitori stranieri saranno ammessi all’interno delle due aree e potranno assumere (o licenziare) gli operai nordcoreani ognuno secondo i propri canoni. Ma una fonte di AsiaNews spiega: “Belle parole e basta. In pratica, in quelle aree non sarà concesso nulla a nessuno: si tratta di una foglia di fico del Nord, che vuole convincere il mondo di volersi aprire al mercato. Secondo me, invece, a lavorare in quelle zone saranno i dissidenti che Pechino vuole levarsi di torno”.
 
Non è escluso, continua, che le zone “possano divenire anche un magazzino per tutti quei materiali bellici che l’Onu ha proibito alla Corea del Nord di possedere. Dando mezza sovranità territoriale alla Cina, Pyongyang si tutela da controlli improvvisi o raid aerei del Sud: sanno bene che mosse del genere potrebbero scatenare una nuova guerra mondiale”.
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