Pechino convince Rio: accordi di scambio nelle valute nazionali
Rio de Janeiro (AsiaNews) - Il Brasile e la Cina hanno firmato un accordo preliminare per stabilire linee di swap in valuta locale che permetteranno a ognuno dei due Paesi di chiedere alla Banca centrale dell'altro fino a 30 miliardi di dollari. Gli swap sono degli accordi extravalutari che permettono a una data somma di denaro di essere convertita in entrambe le monete attraverso un cambio fissato in anticipo. Lo ha dichiarato Guido Mantega, ministro delle Finanze brasiliano: "Mentre il credito internazionale rimane molto scarso, avremo abbastanza denaro per le nostre transizioni".
L'accordo è parte di un'ampia intesa bilaterale sul commercio annunciata durante la Conferenza sullo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il cosiddetto Rio+20, che si conclude oggi senza grandi novità. L'accordo di cooperazione decennale, ha spiegato Mantega, "mira a espandere gli investimenti tra i due Paesi e aumentare le esportazioni di beni industriali dal Brasile alla Cina". Lo swap "permetterà ai Paesi di aumentare le riserve finanziarie, un elemento utile in un momento di stress dei mercati", ha aggiunto il ministro.
L'intesa, che dovrebbe essere formalizzata nelle prossime settimane, sarà il primo passo di una cooperazione finanziaria tra Brasile e Cina che potrebbe poi estendersi agli altri Paesi emergenti, ha precisato Mantega, ricordando che al G20 i cosiddetti Brics hanno proposto un fondo di swap reciproco.
Il vero protagonista dell'accordo è Pechino, che ne ha già firmato in marzo uno simile - ma del valore di 31 miliardi di dollari - con il governo australiano. Secondo diversi analisti ed economisti, la Cina sta cercando di affermare la propria moneta nazionale (lo yuan renminbi) come valuta internazionale di scambio nel commercio internazionale e negli investimenti.
Sam Callow, capo degli strateghi della Westpac, dichiara: "La vera motivazione è quella di essere meno dipendenti dal dollaro americano. Sempre più nazioni vengono convinte a firmare accordi di questo tipo con la Cina, che ha un piano globale per lo yuan. Vedremo sempre più aziende, nelle nazioni interessate, che operano nella valuta locale".