Pechino condanna "la provocazione secessionista" del presidente Chen
Prime reazioni ufficiali cinesi dopo la decisione del presidente di Taiwan di chiudere il Consiglio Nazionale per l' Unificazione: "Provocatoria, mette in grave pericolo la pace nello Stretto".
Pechino (AsiaNews/Scmp) La leadership cinese ha condannato oggi la decisione del presidente taiwanese Chen Shuibian di abolire il Consiglio Nazionale per l' Unificazione (Cnu). L'Ufficio per gli affari di Taiwan del Partito Comunista e del governo hanno definito la decisione di Chen "un'attività secessionista che mette in grave pericolo la pace nello Stretto".
Un editoriale apparso sul quotidiano governativo China Daily dice che la scelta "è una provocazione, che porterà le due sponde dello Stretto alla crisi più grave dal tempo della cacciata di Chiang Kai-shek da parte di Mao".
Ancora meno diplomatiche le reazioni dei blog [diari virtuali ndr] degli studenti cinesi, da sempre educati ad un acceso nazionalismo. "Ah-Bian [soprannome del presidente Chen ndr] scrive uno studente - sta mettendo a dura prova la nostra pazienza. Scordiamo le Olimpiadi e combattiamo questa guerra".
L'Ufficio, creato dai nazionalisti del Kuomintang nel 1991, era di fatto inutilizzato da oltre sei anni: sotto accusa anche la frase che ha accompagnato la decisione. "Insieme al Cnu ha detto infatti Chen - non verranno più applicate neanche le linee-guida dell'Unificazione", ovvero tutte le strategie diplomatiche tese al mantenimento dello status quo e finalizzate al ritorno dell'isola nelle mani di Pechino.
Per cercare di aumentare il consenso popolare, Chen ha commemorato oggi il 59esimo anniversario del massacro compiuto ai danni di oltre 28 mila tribali da parte dell'armata di Chiang Kai-shek. Una settimana fa, per la prima volta nella storia di Taiwan, una dichiarazione firmata dall'Ufficio presidenziale ha definito Chiang "il vero responsabile del massacro".