Pechino apre a maggiori investimenti stranieri e promette la fine del monopolio delle banche cinesi
Pechino (AsiaNews) - Alla vigilia della festa di Qing Ming, con le banche e i mercati chiusi, la Cina ha deciso di incrementare la soglia di investimenti stranieri nel suo mercato finanziario, mentre il premier Wen Jiabao suggerisce di finirla con il onopolio delle banche cinesi perché guadagnano soldi in modo "troppo facile".
Ieri, il sito del China Securities Regulatory Commission ha comunicato che la soglia per gli investitori stranieri sale da 30 a 80 miliardi di dollari Usa. Allo stesso tempo, gli investitori offshore potranno investire in yuan fino a 50 miliardi di yuan (in precedenza il limite era 20 miliardi).
Secondo analisti, la mossa è un passo importante per aprire di più l'economia al mercato internazionale e rendere lo yuan un moneta per gli scambi planetari, staccandosi dalla dipendenza dal dollaro come moneta per le riserve.
L'esperimento è anche un tentativo di attrarre più investimenti internazionali, dato che l'economia cinese si sta raffreddando. In un anno la borsa di Shanghai è scesa del 20% e per la prima volta in quasi 30 anni la bilancia commerciale ha segnato un deficit per la Cina. Molti investitori scelgono altri mercati quali Indonesia e Vietnam.
Un incremento degli investimenti stranieri porterebbe a impegni a lunga scadenza nel Paese e garantirebbe la stabilità. Rimangono ancora molti passi per rendere davvero libero il mercato finanziario cinese. David Sample, direttore presso il Van Eck Emerging Markets Fund a New York, intervistato da Bloomberg, fa notare che "vi sono ancora restrizioni sia sulle quote, nella trasparenza e nel rimpatrio dei soldi. C'è ancora molta strada da fare per [fare della Cina] una destinazione ideale per gli investitori stranieri".
A rafforzare l'idea di una maggiore apertura del mercato cinesi, il premier Wen Jiabao, in visita nel Fujian, ha dichiarato che potrebbe permettere investimenti privati anche nel settore delle banche. Parlando con imprenditori di compagnie private, egli ha detto che la Cina ha bisogno di rompere con il "monopolio" di alcuni pochi istituti che prestano denaro e che fanno "guadagni fin troppo facili".
Il settore bancario in Cina è dominato da quattro banche, tutte statali, compresi la Industrial and Commercial Bank of China e la Agricultural bank of China. Nei mesi passati esse sono state accusate di non fare prestiti alle piccole e medie imprese, spingendo molte di esse a richiedere prestiti a istituti privati sotterranei. Il mese scorso Pechino ha annunciato che avrebbe reso legale il settore bancario finora sotterraneo a Wenzhou (Zhejiang), permettendo ai residenti della città di fare investimenti anche all'estero.