Pechino approfitta delle sanzioni contro l'Iran e aumenta le importazioni di greggio
Teheran (AsiaNews/ Agenzie) - Pechino risolve i suoi problemi contrattuali con Teheran e aumenta del 35% le importazioni di petrolio, pari a 524mila barili al giorno. L'acquisto di greggio era diminuito nei primi mesi del 2012 a causa di un ritardo nei pagamenti da parte della Cina. La decisione giunge a pochi giorni dalle nuove sanzioni economiche contro l'Iran - attive dal 1 luglio - imposte da Stati Uniti e Unione Europea, dopo il fallimento dei colloqui sul nucleare iraniano fra Teheran e i 5+1 (i membri rappresentanti del Consiglio di sicurezza Onu - Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania) terminati lo scorso 19 giugno a Mosca (Russia). Un nuovo incontro è previsto a Istanbul (Turchia) il prossimo 3 luglio.
Oggi, Hong Lei, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha definito le importazioni "legittime e necessarie per lo sviluppo economico della Cina". Il governo di Pechino si è sempre detto contrario alle sanzioni economiche contro Teheran, definendo "inaccettabile che un Paese imponga sanzioni unilaterali contro un altro Stato" . Ieri il Giappone ha varato un disegno di legge per coprire l'assicurazione delle petroliere che trasportano greggio irananiano nel Paese. La coperture giunge fino a 7,6 miliari di dollari in caso di incidente. Nel 2004 il Giappone ha aumentato le sue importazioni di petrolio dall'Iran, firmando un importante progetto di sviluppo ad Azadegan. E' uno dei più grandi giacimenti petroliferi del mondo, con una capacità stimata di 26 miliardi di barili.
Da mesi gli Usa fanno pressioni sulla Cina, primo importatore di petrolio iraniano, e altri asiatici per spingerli a un taglio significativo dei contratti petroliferi. E questo per costringere l'Iran a interrompere il programma di arricchimento dell'uranio e abbandonare il temuto sviluppo di armi atomiche. Lo scorso 12 giugno Washington ha esentato l'India e altri sei Paesi da possibili sanzioni economiche, per aver ridotto "in modo significativo" le importazioni di petrolio dall'Iran.
Intanto, ieri Heidar Moslehi, ministro iraniano dell'Intelligence, ha accusato Stati Uniti e Israele di aver progettato un cyber-attacco contro alcune strutture dopo il vertice a Mosca sul nucleare tra Teheran e il gruppo 5+1 del 18 e 19 giugno, ma gli esperti informatici iraniani sarebbero riusciti a fermarlo.