Pechino ammette l’abbattimento del satellite ma non spiega nulla
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina riconosce di avere effettuato il test antisatellite, ma dice che non vuole minacciare alcuno Stato né aprire una corsa alle armi spaziali. Soddisfazione solo parziale degli Stati Uniti, che chiedono maggiore “trasparenza”. Liu Jianchao, portavoce del ministro cinese degli Esteri, ha ammesso oggi che Pechino ha abbattuto un proprio satellite in orbita con un missile lanciato da una base a terra. Ha però insistito che la Cina desidera “uno sviluppo pacifico dello spazio esterno e si oppone alle armi spaziali e a una corsa agli armamenti nello spazio”.
La notizia del test, avvenuto l’11 gennaio, era stata data da fonti Usa il 18 gennaio ma per giorni Pechino non ha dato conferma né ha fornito risposta alle richieste di molti Stati, preoccupati per il crescente potere militare cinese e per le ragioni del test. La Russia aveva posto in dubbio che il test fosse avvenuto. Questa operazione non è vietata dalle norme internazionali, ma non ce ne erano state dopo il 1985. Gli esperti sono preoccupati che la nuvola di detriti residui della distruzione possa causare problemi ai satelliti in orbita.
La risposta ha soddisfatto solo in parte gli Stati Uniti. Sean McCormack, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha detto che l’assistente alla Segreteria di Stato Christopher Hill ha presentato “osservazioni” durante la sua visita a Pechino il fine settimana. Hill, ha commentato che il silenzio di questi giorni “non è detto che rappresenti una minaccia né che voglia innescare una corsa alla militarizzazione dello spazio”, seppure insiste che la Cina avrebbe dovuto avvisare i suoi partner internazionali dell’esperimento e spiegare le sue intenzioni.
“Noi – ha concluso McCormack – li sollecitiamo a essere più disponibili, più trasparenti con riguardo non solo a questo episodio ma anche al loro programma spaziale”, come anche “per quanto riguarda le loro spese e il programma militari”. I progressi fatti finora nella collaborazione militare – conclude – sono stati come “una passo da bambino”, mentre occorre che la Cina sia più disponibile circa le spese militari, “le politiche e le dottrine”.
La Cina è il terzo Paese che ha lanciato un astronauta nello spazio e per il 2008 ha in programma una missione con una passeggiata nello spazio. Dichiara di spendere intorno a 500 milioni di dollari Usa nel suo programma spaziale, mentre la NASA prevede di spendere 17 miliardi nel 2007.
Hill, responsabile dell’Asia per il Dipartimento di Stato, si trova a Pechino per organizzare un nuovo incontro tra le sei Nazioni che dialogano con la Cora del Nord, per discutere la questione nucleare di Pyongyang.