Pechino, le piogge torrenziali fanno cadere il sindaco e il suo vice
Pechino (AsiaNews) - Le alluvioni che hanno colpito la Cina e in modo particolare la capitale hanno provocato più di 100 vittime. Oltre a queste, però, hanno causato anche la caduta politica del sindaco di Pechino Guo Jinlong e del suo vice Ji Lin, che hanno rassegnato le proprio dimissioni in seguito polemiche furibonde che li hanno colpiti soprattutto per i 37 decessi avvenuti nella loro zona di competenza. Secondo il Quotidiano del Popolo, il Comitato permanente del Congresso del Popolo "ha subito accolto le dimissioni".
La tragedia è iniziata lo scorso 21 luglio, quando Pechino è stata colpita dal più intenso temporale degli ultimi 61 anni. Oltre ai vari smottamenti dovuti alla carenza edilizia con cui sono stati costruiti i nuovi edifici nei settori periferici della città, a essere sotto accusa è il sistema fognario, insufficiente a gestire le precipitazioni estive e per questo sempre intasato.
A seguito dei primi decessi è montata la rabbia popolare su Weibo, il "Facebook cinese", che il governo ha cercato in un primo tempo di fermare salvo poi essere costretto a censurare per l'enorme numero di commenti negativi. Il 25 luglio il Global Times - il magazine inglese del Quotidiano del Popolo - ha titolato "Mentre la città si riprende dall'inondazione arriva una tempesta di voci" riferendosi a presunti "boicottaggi internazionali" per colpire l'immagine di Pechino.
Ma i cyberutenti non si sono fermati. Wen-Hui, citato dal South China Morning Post, ha scritto: "Guardate i sistemi fognari degli altri Paesi: le fogne di Parigi si trovano 50 metri sotto terra e sono lunghe in tutto 2.300 chilometri, addirittura più della linea metropolitana. Le fogne di Tokyo, in Giappone, sono state costruite a 60 metri di profondità, mentre a Roma le fogne edificate nel VI secolo avanti Cristo vengono ancora utilizzate a distanza di 2.500 anni".
Le autorità hanno reagito cercando di eliminare il materiale che potrebbe essere lesivo per l'immagine del Partito. Il South China Morning Post scrive: "La censura governativa è stata impegnata a cancellare non solo i post che criticavano l'operato dei funzionari, ma anche i semplici racconti delle persone che hanno vissuto personalmente il disastro».
Il giorno prima delle dimissioni, Guo Jinlong è andato nel distretto di Fangshan (il più colpito dalle piogge) e ha dichiarato che "il governo dovrebbe investigare e verificare attentamente i decessi e pubblicare le informazioni senza ritardi". Secondo diversi analisti, questa frase è stata interpretata come una critica dai vertici comunisti che ne hanno ordinato l'eliminazione.
26/09/2017 11:21
27/07/2021 11:39
28/05/2021 12:23