Pechino, la chiesa di Shouwang denuncia la polizia: “Basta con la repressione”
Pechino (AsiaNews) - La chiesa di Shouwang, una delle congregazioni protestanti non ufficiali più influenti della Cina, ha denunciato la polizia di Pechino che impedisce da più di un anno ai suoi fedeli di riunirsi per pregare insieme. Il pastore Jin Tianming ha presentato al governo municipale della capitale la richiesta di una "revisione amministrativa", il termine con cui si indica la possibilità da parte dei cittadini di contestare le azioni governative.
La revisione, controllata e approvata da uno dei fedeli della chiesa, è stata messa poi in Rete. Nel testo Jin accusa la polizia di aver messo in atto delle politiche repressive nei confronti della congregazione, che non può spostarsi nella sua nuova sede - un'area di circa 5mila metri quadrati comprata per 3,2 milioni di euro - e non può affittare un altro locale.
Inoltre, il pastore denuncia di essere stato costretto agli arresti domiciliari insieme ad altri suoi fedeli e leader protestanti sin dallo scorso 9 aprile, il giorno prima di una funzione pianificata all'esterno. In quell'occasione gli agenti hanno imprigionato 169 fedeli, ma nonostante questo ogni domenica la congregazione si è riunita lo stesso.
Secondo i calcoli di Jin, negli ultimi 17 mesi i fedeli della Shouwang sono stati arrestati più di 1600 volte in 90 stazioni di polizia diverse, e ogni volta per più di 48 ore. Inoltre, 60 cristiani sono stati costretti a cambiare casa e hanno perso il lavoro per le pressioni del regime: "È una chiara repressione del diritto alla libertà religiosa dei cittadini e al diritto della chiesa di praticare la sua fede".
La chiesa di Shouwang ha oltre mille seguaci: nel 2005 ha chiesto la registrazione, che però le è stata negata dallo Stato. In Cina sono consentiti solo i gruppi religiosi registrati. Ma vi sono più cristiani protestanti non ufficiali (circa 80 milioni) che membri del Movimento delle tre autonomie (circa 20 milioni). Per timore che la situazione sfugga di mano al Partito, da quasi cinque anni è in atto una campagna per eliminare le comunità sotterranee o farle confluire nelle comunità ufficiali.