Pechino, influenza suina: vaccinazioni di massa per funzionari e quadri di partito
Dosi riservate ai partecipanti alle celebrazioni per il 60mo della nascita della Repubblica popolare, in programma il primo ottobre. Epidemiologo cinese avverte: pandemia diffusa anche nelle città medie e piccole. Nuovi decessi in India e Thailandia; fonti Oms parlano di oltre 2800 morti in tutto il mondo.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina è il primo Paese al mondo a pianificare una “vaccinazione di massa” contro la nuova influenza; a ricevere le prime dosi saranno i circa “200mila partecipanti alle celebrazioni” previste per il 60mo anniversario della nascita della Repubblica popolare, in programma a Pechino il 1° ottobre prossimo. Ad affermarlo è Chen Zhu, Ministro della sanità, che conferma l’inizio delle inoculazioni “nelle settimane a venire”.
La giornata di festa nazionale – che prevede una parata militare e una evento di gala – richiamerà a Pechino circa 200mila funzionari di alto livello, provenienti dalla leadership politica della capitale e da quadri di partito di tutte le province. Le autorità non possono correre il rischio di un contagio da influenza suina fra i vertici governativi; per questo riserva loro, insieme ai militari che cureranno la sicurezza e il servizio d’ordine, le prime dosi di vaccino disponibili.
Oltre ai partecipanti alla manifestazione del 1° ottobre sono stati individuati altri quattro gruppi, in ordine di priorità, per il programma di vaccinazioni: studenti fra i cinque e i 19 anni; pazienti con malattie cardio-respiratorie croniche, insieme a donne incinte; medici e personale sanitario; ufficiali di polizia, soldati e impiegati nel settore ferroviario, aereo, e controllo delle frontiere.
Le vaccinazioni previste entro la fine dell’anno saranno circa 65milioni, solo il 5% del totale della popolazione cinese. Zeng Guang, epidemiologo, avverte che il virus H1N1 si sta diffondendo anche “nelle medie e piccole città” e l’inizio delle scuole contribuisce al “progressivo avanzamento della pandemia”. Il pericolo maggiore, inoltre, è costituito dalla propagazione nelle campagne, dove vi è povertà diffusa e non vi sono possibilità di cure adeguate.
Finora l’influenza suina ha contagiato 5.592 persone in Cina, di cui 3.852 sono perfettamente guarite. Il Paese, al momento, non ha registrato vittime; diverso il caso di Hong Kong che, nella sola giornata di ieri, ha registrato 504 nuovi malati, portando il numero totale a 14.867, con undici vittime accertate.
Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), aggiunge che l’influenza suina “mostrerà i fallimenti della comunità internazionale”, che non ha voluto investire per “promuovere un sistema sanitario efficace nei Paesi poveri”. Durante un convegno a Kathmandu, in Nepal, la donna ha avvertito le nazioni asiatiche del Sud, del Sud-est e dell’Est – fra cui Corea del Nord, Myanmar, Sri Lanka e Bangladesh – che “la pandemia colpirà anche questi Paesi” e vi rimarrà “per diversi mesi”.
In due giorni l’India ha registrato tre morti per influenza suina, portando il numero totale delle vittime a 17: fra questi una donna ventenne incinta e un bambino di cinque anni, per i quali a nulla sono servite le cure a base di Tamiflu. La scorsa settimana in Thailandia sono morte 12 persone; dal mese di maggio sono 142 le vittime ufficiali nel Paese degli elefanti per H1N1.
Dati dell’Oms aggiornati al 4 settembre scorso parlano di circa 250mila contagi in tutto il mondo, i morti sono 2837.
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