Pechino, influenza suina: in autunno decine di milioni di contagi, morti “inevitabili”
L’allarme lanciato dal vice-direttore del Dipartimento per le emergenze sanitarie. Povertà e strutture mediche inadeguate nelle zone rurali possono favorire la diffusione del virus. Studi recenti mostrano che è sufficiente una dose di vaccino per prevenire il contagio. In Israele scoperto un ceppo resistente al Tamiflu.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – In autunni i casi di influenza suina in Cina potrebbero essere “diverse decine di milioni”. È quanto dichiarato oggi da un alto funzionario della sanità, il quale ha aggiunto che le morti saranno “inevitabili”. Ieri, intanto, due diversi studi hanno mostrato che una dose di vaccino – rispetto alle due ipotizzate inizialmente – può bastare per prevenire il contagio.
Liang Wannian, vice-direttore del Dipartimento per le emergenze del Ministero della sanità, spiega che “secondo le stime degli esperti, il nostro Paese in autunno potrà registrare decine di milioni di persone contaminate da H1N1”, di cui la metà potrebbero necessitare un ricovero in strutture ospedaliere. Il funzionario aggiunge che “casi gravi e morti saranno inevitabili”.
La Cina è la nazione più popolosa al mondo, con i suoi 1,3 miliardi di abitanti. Le strutture ospedaliere sono efficienti nei grandi centri urbani, ma diverse zone nelle campagne sono prive di centri funzionali e una larga fetta della popolazione, in special mondo nelle aree povere e rurali, non gode di assistenza sanitaria. Nei giorni scorsi Pechino ha annunciato una campagna di vaccinazione – a cominciare dai quadri governativi e dai funzionari del partito – entro la fine dell’anno; essa interesserà circa 65 milioni di persone, solo il 5% del totale della popolazione cinese.
Ieri, intanto, due studi pubblicati si autorevoli riviste mediche mostrano che “una dose singola di vaccino” può proteggere le persone dalla pandemia. In precedenza le autorità sanitarie avevano paventato la possibilità di una dose doppia, per prevenire il contagio. Gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), però, continuano a mantenere alta l’allerta; secondo le previsioni circa un terzo della popolazione mondiale – pari a due miliardi di persone – potrebbe essere colpita dal virus.
Per prevenire i contagi il Ministero giapponese della sanità riferisce di vaccinazioni di massa per 50 milioni di persone. Il governo sottolinea di poter produrre al massimo 18 milioni di vaccini, ma l’obiettivo è immunizzare 70 milioni di persone grazie a importazioni da aziende straniere.
In Israele il dipartimento di epidemiologia ha identificato un ceppo della nuova influenza che ha mostrato segni di “resistenza” al trattamento con Tamiflu, il principale farmaco oggi a disposizione per curare il virus. Il campione è stato isolato in un paziente affetto da influenza suina inserito nel gruppo di malati ad alto rischio; l’uomo, concludono i sanitari, si è però completamente ristabilito.
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