Pechino, i libri più letti dai leader cinesi riflettono le loro paure
Pechino (AsiaNews) - I leader comunisti della Quinta generazione leggono soprattutto libri che esaltano le conquiste nazionali della Cina e quelle del Partito comunista, ma hanno paura che questi successi possano svanire presto. È quanto emerge dalla pubblicazione della Top Ten dei libri più letti da Xi Jinping e compagni.
Gli unici due titoli che non rientrano nella categoria dei grandi successi nazionali sono infatti "Ascesa e declino di una superpotenza" - che parla del crollo dell'Unione Sovietica - e "Il mondo è piatto", capolavoro dell'economista americano Thomas Friedman che spiega il fenomeno della globalizzazione. Entrambi i testi riflettono le preoccupazioni della nuova dirigenza cinese, che teme lo sfaldamento del Partito e gli effetti di un mondo economico internazionale.
La lista della Top Ten è stata rilasciata dalla Commissione centrale del Partito comunista cinese. I testi sono stati votati su 103 titoli proposti dal Consiglio di Stato. Il podio se lo aggiudicano "Dolore e gloria" di Jin Yinan, sulla conquista del potere da parte del Partito; "Trent'anni di storia" di Wu Xiaobo, sulle riforme economiche di Deng Xiaoping e "Zeng Guofan" di Tang Haoming, sulla vita del famoso mandarino della Dinastia Qing.
La "questione letteraria" nella storia del Partito comunista è stata sempre molto sentita. Mao Zedong pubblicò nei primi anni dopo la presa del potere una lista di libri "utili per i rivoluzionari", mentre l'ex premier Wen Jiabao disse di aver letto "più di 100 volte" le "Meditazioni" dell'imperatore Marco Aurelio. Il suo successore, Li Keqiang, ha raccomandato "La terza rivoluzione industriale" dell'economista americano Jeremy Rifkin.