Pechino, cristiano sotterraneo pestato a sangue dalla polizia
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pestato a sangue ieri a Pechino durante uno scontro tra decine di poliziotti e guardie private, il cristiano Hua Huiqi è stato portato svenuto all’ospedale Tiantan, dove è ricoverato. Intanto Human Rights Watch denuncia l’aumento della repressione e degli arresti contro dissidenti prima del 17° Congresso del Partito comunista che inizia il 15 ottobre a Pechino.
Hua, leader della chiesa cristiana domestica e attivista per i diritti umani, si è battuto contro gli espropri di case a Pechino e di recente ha aiutato molte persone della provincia a presentare petizioni al governo. E’ uscito l’ultima volta dal carcere a luglio, dopo 6 mesi di detenzione per “avere ostacolato la giustizia”. Sottoposto a una stretta sorveglianza, l’8 ottobre la polizia l’ha portato dalla sua abitazione nel distretto di Chongwen al distretto di Fengtai. Ma ieri da Fengtai una decina di agenti lo ha riportato a Chongwen. Testimoni oculari riferiscono che qui si sono scontrati con decine di poliziotti dell’altro distretto e guardie private della ditta New World China Land, che non volevano indietro il dissidente.
Intanto Hrw denuncia che in occasione del Congresso del Partito, il regime ha scatenato “la peggiore repressione da 5 anni” contro dissidenti, cristiani e attivisti per i diritti, con “decine di arresti, pestaggi e rapimenti sin da agosto, aumentati durante la settimana di festa nazionale iniziata il 1° ottobre”.
Hu Jia, agli arresti domiciliari insieme alla moglie Zeng Jinyan, incinta di 8 mesi, dice che, in vista delle Olimpiadi, il governo “sta facendo l’80% dell’opera [di controllare e dissuadere i dissidenti] per dover fare solo il 20% l’anno prossimo”, quando maggiore sarà l’attenzione mondiale.
Tra i tanti, è scomparsa dal 22 settembre l'attivista Huang Yan. Il 26 settembre ha telefonato a Hu dicendo che era fuggita dalla polizia che la tratteneva da 3 giorni, poi è sparita di nuovo.
Zheng Dajing, che ha aiutato chi presenta petizioni al governo, è scomparso da agosto.
Agli arresti domiciliari dal 1° ottobre il pastore Liu Fenggang con la moglie e il figlio di 8 anni.
Un altro attivista, Zhang Wenhe, è sparito dal 29 settembre e la famiglia teme sia stato internato in un ospedale psichiatrico. Ad agosto è stato arrestato per “incitamento alla sovversione” lo scrittore Lu Gengsong, che su siti web esteri ha denunciato abusi contro i diritti umani e fatti di corruzione. La sorella di Yang Chunlin, che ha raccolto firme per chiedere “Diritti umani, non Olimpiadi”, denuncia che è in prigione nell’Heilongjiang ed è stato torturato.
Nelle scorse settimane la polizia ha arrestato a Pechino centinaia di persone venute dalla provincia per presentare petizioni, trattenendole per giorni e rimandandole indietro. A settembre è stato demolito il complesso di edifici dove abitavano circa 4mila persone venute per presentare petizioni. In tutto il Paese la polizia ha “vigilato” e impedito la partenza di chi voleva andare a Pechino per chiedere giustizia.