17/04/2012, 00.00
CINA
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Pechino, chiede giustizia al governo: viene violentata dalla polizia

La pubblica sicurezza cinese - forte del nuovo diritto penale - arresta, violenta e condanna ai lavori forzati persino le donne disabili. I casi di Zhao Guixian e Zhu Guiqin.

Pechino (AsiaNews) - La pubblica sicurezza cinese non si ferma più davanti a nulla. Pur di evitare denunce scomode e petizioni ripetute - che sono garantite dalla legge - è arrivata negli ultimi giorni a rapire e violentare dimostranti che chiedevano giustizia. Inoltre, forte del nuovo diritto penale, condanna ai lavori forzati persino i disabili. Lo denuncia il Chinese Human Rights Defender, che rilancia i casi peggiori di violazioni ai diritti umani.

La polizia di Pechino ha arrestato senza motivazione e poi condannato a 18 mesi di "rieducazione tramite il lavoro" una donna disabile che veniva da Shulan, nella provincia di Jilin, per presentare una petizione al governo centrale. I motivi dell'arresto, avvenuto la scorsa settimana, non sono chiari: Zhao Guixiang, coinvolta in un incidente stradale nel 2004, aveva presentato decine di proteste all'autorità centrale dopo che il suo livello di disabilità non era stato riconosciuto.

La polizia della capitale è entrata con la forza nel suo appartamento di Pechino e le ha sequestrato telefono cellulare, carta d'identità e tutti i documenti relativi alla sua petizione. Dopo di che l'ha chiusa in una macchina e l'ha riportata a Shulan: qui è rimasta 10 giorni in custodia della polizia e poi condannata. Con il nuovo Codice penale, entrato in vigore durante l'ultima Assemblea nazionale del popolo, la pubblica sicurezza non ha bisogno di far convalidare gli arresti a un giudice e può trattenere chiunque fino a 6 mesi senza comunicare nulla a nessuno.

Ancora peggiore è il caso di Zhu Guiqin, proveniente da Fushun nell'Heilongjiang, che è stata rapita e violentata sempre a Pechino da uomini non identificati - che alcune fonti identificano come uomini del governo locale - fra l'11 e il 13 aprile. Si tratta di una delle violazioni peggiori ai diritti umani mai documentata negli ultimi anni.

L'11 aprile, Zhu è stata rapita per le strade di Pechino e chiusa in un camioncino. I rapitori le hanno sequestrato carta d'identità, telefono cellulare, una chiavetta Usb, denaro contante e carte di credito. Poi l'hanno legata mani e piedi e le hanno detto di essere stati assunti dal governo, che ha chiesto loro di "stare fuori con lei per 5 giorni". Dopo 30 minuti dal rapimento, il camioncino ha caricato un uomo di nome Xiao Hai che l'ha violentata.

Dopo questa violenza è stata chiusa in una cameretta senza finestre per due giorni. Il 13 aprile i suoi rapitori l'hanno riportata a Fushun: davanti casa, Zhu ha incontrato il vice segretario del Partito del suo distretto, che non ha voluto raccogliere la sua denuncia. La polizia locale e quella della capitale si sono rifiutate entrambe di investigare. 

 

 

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