12/07/2006, 00.00
Cina – corea del nord
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Pechino, Hu Jintao invita la Corea del Nord a non aggravare la crisi diplomatica

Con un inusuale appello pubblico al regime di Kim Jong-il, il presidente cinese ha chiesto un impegno concreto per la pace e si è detto seriamente preoccupato per la crisi relativa ai testi missilistici nordcoreani.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente cinese Hu Jintao ha rivolto ieri un inusuale appello pubblico alla Corea del Nord affinché "eviti di aggravare la tensione relativa ai suoi test missilistici", mentre gli Stati Uniti ed il Giappone continuano a chiedere a Pechino di intervenire con il suo alleato affinché ceda sulla questione ed interrompa le manovre militari.

L'appello è stato rivolto al vice-presidente del Parlamento nordcoreano, Yang Hyon-sop. "Siamo contrari – ha detto Hu – ad ogni azione che porti ad un aggravarsi della situazione. Speriamo che tutte le parti in causa facciano il possibile per giungere alla pace ed alla stabilità della penisola coreana". "La Cina – ha aggiunto – è sempre stata impegnata per questo scopo ed ha sempre insistito affinché i punti cruciali venissero risolti tramite il dialogo pacifico e la negoziazione. Chiediamo a tutti di rimanere calmi".

Hu ha poi definito il governo cinese "seriamente preoccupato al riguardo" ed ha chiesto che "si vada oltre lo stallo in cui si trova impantanato il tavolo dei dialoghi a sei sul nucleare" disertatati da Pyongyang, che cercano di trovare una soluzione al programma nucleare nordcoreano.

I commenti del presidente cinese, che raramente ha parlato in pubblico del regime guidato da Kim Jong-il, rappresentano una inusuale presa di posizione del governo e sembrano – secondo alcuni analisti – il "riflesso della frustrazione di Pechino nei confronti dei suo alleato storico".

L'arrivo di Yang a Pechino è coinciso con l'arrivo di un negoziatore cinese a Pyongyang, Wu Dawei.

I test condotti da Pyongyang la scorsa settimana – sette missili esplosi in aria o caduti sopra il Mare del Giappone – hanno scatenato una serie di proteste diplomatiche e di scambi fra il Giappone, gli Stati Uniti e le altre nazioni che compongono il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le prime due cercano dure sanzioni contro il regime, mentre Cina, Russia e Corea del Sud tengono viva la linea del dialogo.

Il voto all'Onu sulla questione, previsto per due giorni fa, è stato rinviato all'unanimità proprio per permettere alla diplomazia di Pechino di cercare una soluzione pacifica.

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