Patriarca maronita: le dimissioni del Papa “shock positivo” per la Chiesa e il mondo
Beirut (AsiaNews) - Il patriarca maronita card Béchara Boutros Raï ha visto nelle dimissioni presentate dal Papa, e motivate da ragioni di età, un modello di comportamento responsabile. Oggi il capo della Chiesa maronita ha reso omaggio al coraggio e alla sincerità di Benedetto XVI, sottolineando che il suo gesto di rinuncia al ministero papale - a partire dal prossimo 28 febbraio - ha provocato uno "shock positivo" nel mondo. Il patriarca ha aggiunto che questa decisione costituisce un "modello" nell'esercizio dei propri doveri, degno di essere offerto a tutti i grandi della terra che hanno incarichi di responsabilità, tanto nella Chiesa che nella politica e nella società civile.
In una nota ufficiale il patriarca Raï sottolinea che "nell'Anno della Fede inaugurato dal Santo Padre l'11 ottobre 2012, questo annuncio che ha scioccato il mondo, ha provocato una scossa positiva nei cuori e costituisce un modello di comportamento". Il capo della Chiesa maronita aggiunge che "si tratta di un grande atto di fede, di coraggio e di sincerità. Questa decisione rappresenta una lezione per tutti; essa testimonia che la fede è un grande gesto di amore a Cristo e alla sua Chiesa, un atto di abbandono totale alla volontà di Dio, e un profondo segno di abnegazione e umiltà".
Riferendosi al testo letto dal Papa ai cardinali, nel quale ha annunciato loro la sua decisione, il patriarca Raï ha richiamato l'attenzione dei fedeli libanesi, che non avevano preso conoscenza del testo integrale, sul fatto che Benedetto XVI si è richiamato in modo esplicito alla sua "coscienza". Il Papa, aggiunge il patriarca, ha annunciato di aver preso la sua decisione in questi termini: "Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino".
Una lezione per tutti
"Che grande testimonianza per tutti quelli che hanno incarichi di responsabilità nella Chiesa, nella società, nello Stato!" ha aggiunto il capo della Chiesa maronita, in un Libano incancrenito dalla corruzione sul piano politico e amministrativo. "Questa responsabilità - ha aggiunto il card Béchara Boutros Raï - deve infatti essere esercitata in piena coscienza, e dobbiamo tornare di continuo a essa, per ascoltare la voce di Dio che interroga i cuori e le coscienze, garantendo uno svolgimento della missione al servizio del bene comune, che è il bene al tempo stesso di ognuno e di tutti".
Nel suo messaggio, il patriarca maronita ha ricordato che Benedetto XVI ha compiuto proprio in Libano l'ultimo dei suoi viaggi missionari del pontificato, dal 14 al 16 settembre, firmando la sua Esortazione apostolica "Chiesa in Medio oriente, comunione e testimonianza". Per confermare la vocazione del Libano e il suo ruolo chiave nella regione, il Papa ha elevato il patriarca maronita alla dignità cardinalizia "al fine di dare maggiore impulso al suo ministero patriarcale, in seno alla Chiesa universale" (24 novembre 2012). Il Pontefice ha quindi affidato ai giovani libanesi (sotto la guida dello stesso patriarca, ndr) il compito di preparare le meditazioni per la Via Crucis che sarà celebrata al Colosseo nella notte di Venerdì Santo, che cade il prossimo 29 marzo. Quest'ultima iniziativa è stato voluta con forza da Benedetto XVI, quale segno di riconoscimento per l'incontro a Bkerke del 15 settembre 2012 con i giovani libanesi, che "ha toccato nel profondo il suo cuore".