Patriarca maronita : È urgente il dialogo fra opposizione e pro-siriani
L'inviato Usa riafferma l'appoggio al decreto Onu sul ritiro di Damasco dal Libano.
Beirut (AsiaNews) - Il Patriarca maronita card. Nassrallah Sfeir ha messo in guardia i libanesi dal rischio di divisione, mentre nel paese si assiste a una prova di forza fra l'opposizione anti-siriana e i gruppi filo-Damasco. Domani sono previste due manifestazioni concorrenti: quella dell'opposizione, che chiede il ritiro delle truppe e dei servizi segreti di Damasco dal Libano e una di gruppi pro-siriani. Le manifestazioni avverranno in contemporanea con il raduno del parlamento libanese, dove i gruppi di opposizione vogliono far cadere il governo di Rachid Karame, accusato di essere al servizio della Siria.
Parlando oggi durante la messa a Bkerke, il patriarca Sfeir ha ammonito i libanesi sul rischio di "divisione, capace di condurre il paese alla rovina". Egli ha anche detto che c'è il pericolo di un "peggioramento della situazione, se non si lascia spazio al dialogo fra tutte le componenti", esortando un ritorno alla calma e ripetendo l'appello fatto tante volte per una piena sovranità del Libano. Il patriarca ha poi avuto un incontro durato quasi un'ora con David Satterfield, vice-ministro statunitense per il Medio Oriente.
Alla fine del colloquio, Satterfield ha ribadito l'appoggio di Washington al popolo libanese per "la liberazione del Libano dalle truppe siriane e dai suoi servizi segreti". Satterfield ha detto che gli Usa sostengono l'applicazione del decreto 1559 dell'Onu, votato il 13 ottobre scorso, con cui si chiede il ritiro delle truppe siriane dal territorio libanese. Rispondendo a una domanda sulla posizione del suo governo alla vigilia delle manifestazioni convocate per lunedì, Satterfild ha detto che il suo governo appoggia le manifestazioni democratiche e rispetta la liberta d'espressione. Questa sera il rappresentante americano incontra i gruppi dell'opposizione e domani incontrerà il ministro libanese degli esteri, Mahmoud Hammoud.
Nelle scorse settimane, centinaia di migliaia di libanesi hanno manifestato contro la presenza della Siria in Libano. La scintilla che ha fatto scoppiare le dimostrazioni è stato l'assassinio dell'ex primo ministro Rafic Hariri, ucciso da un'autobomba lo scorso 14 febbraio. L'opposizione e molti paesi della comunità internazionale indicano la Siria come mandante dell'assassinio. (YH)