Patriarca di Mosca: Rivolte arabe ambigue; no all'Europa come aggressore
di Nina Achmatova
Il leader della Chiesa russo-ortodossa avverte: evitare che l'Europa sia percepita dalla popolazione locale come un invasore. Nelle vicende in Medio Oriente "evitare il fattore interreligioso, perché si ripercuoterebbe in modo doloroso anche sul Vecchio Continente". Appello per la protezione dei copti d'Egitto.
Mosca (AsiaNews) - È importante evitare che la situazione in Medio Oriente e nord Africa non venga percepita come un conflitto interreligioso tra cristiani e musulmani e che l’Europa non sia percepita come un aggressore agli occhi del mondo arabo. Il monito arriva dal patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, che in un’intervista al canale Rossiya-24 a Chisinau ha anche espresso dubbi sul fatto che le rivolte, dalla Libia alla Siria, siano “espressione spontanea e naturale” della popolazione.
“È assolutamente inaccettabile che l’Europa sia percepita come un aggressore – ha detto Kirill – bisogna evitarlo con ogni mezzo perché sebbene l’Europa oggi è secolarizzata e non si identifichi con la cristianità, la popolazione islamica profondamente religiosa ancora vede il Vecchio Continente come cristiano”. “In strada e nei mercati – ha continuato il leader della Chiesa russo-ortodossa – l’interveto europeo, non solo politico ma anche militare, in alcuni problemi del mondo arabo è percepito dalla gente come una lotta tra cristiani e musulmani”. Il Patriarca ha poi avvertito dell’urgenza di evitare il “fattore interreligioso, perché potrebbe ripercuotersi in modo doloroso nel mondo globalizzato, non solo in Medio Oriente ma anche nei paesi europei”. Dimostrando di condividere una posizione che è anche del Cremlino, Kirill ha poi espresso preoccupazione per la difficoltà di interpretare le sollevazioni che hanno messo in crisi diversi regimi nei Paesi islamici: “Né io, né voi e nemmeno la comunità internazionale capisce chiaramente se quello che sta accadendo lì appartenga all’iniziativa popolare o sia il risultato di un’assistenza a questo processo che viene dall’esterno”.
Il Patriarca ha poi lanciato un appello alle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali per la protezione dei cristiani copti in Egitto, dopo i sanguinosi scontri del 9 ottobre al Cairo. “Alziamo la nostra voce in difesa dei fratelli copti chiedendo al mondo di non rimanere indifferente”, ha detto Kirill. Che si è poi rivolto ai leader religiosi: "In occasioni come questa che mettono a rischio il futuro del dialogo islamo-cristiano, dovete dimostrare nei fatti l’impegno per la pace e la comprensione reciproca”.
“È assolutamente inaccettabile che l’Europa sia percepita come un aggressore – ha detto Kirill – bisogna evitarlo con ogni mezzo perché sebbene l’Europa oggi è secolarizzata e non si identifichi con la cristianità, la popolazione islamica profondamente religiosa ancora vede il Vecchio Continente come cristiano”. “In strada e nei mercati – ha continuato il leader della Chiesa russo-ortodossa – l’interveto europeo, non solo politico ma anche militare, in alcuni problemi del mondo arabo è percepito dalla gente come una lotta tra cristiani e musulmani”. Il Patriarca ha poi avvertito dell’urgenza di evitare il “fattore interreligioso, perché potrebbe ripercuotersi in modo doloroso nel mondo globalizzato, non solo in Medio Oriente ma anche nei paesi europei”. Dimostrando di condividere una posizione che è anche del Cremlino, Kirill ha poi espresso preoccupazione per la difficoltà di interpretare le sollevazioni che hanno messo in crisi diversi regimi nei Paesi islamici: “Né io, né voi e nemmeno la comunità internazionale capisce chiaramente se quello che sta accadendo lì appartenga all’iniziativa popolare o sia il risultato di un’assistenza a questo processo che viene dall’esterno”.
Il Patriarca ha poi lanciato un appello alle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali per la protezione dei cristiani copti in Egitto, dopo i sanguinosi scontri del 9 ottobre al Cairo. “Alziamo la nostra voce in difesa dei fratelli copti chiedendo al mondo di non rimanere indifferente”, ha detto Kirill. Che si è poi rivolto ai leader religiosi: "In occasioni come questa che mettono a rischio il futuro del dialogo islamo-cristiano, dovete dimostrare nei fatti l’impegno per la pace e la comprensione reciproca”.
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