Patriarca di Gerusalemme: la gioia del Risorto tra le prove del Medio Oriente
Gerusalemme (AsiaNews) Pur in mezzo alle "attuali prove" i cristiani di Terra Santa devono "rallegrarsi e vivere la loro vita in pienezza" perché Cristo è veramente risorto. Inizia con queste parole il messaggio di Pasqua del patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah.
Nel suo messaggio il patriarca sottolinea due di queste prove sperimentate dai cristiani di Terra Santa: i disordini nel villaggio di Maghar, in Galilea, dove a febbraio scorso gli abitanti drusi hanno assalito la comunità cattolica; e alcuni gesti di Israele contrari alla pacificazione, ad esempio la costruzione di nuovi insediamenti nei Territori palestinesi,
Di fronte alla situazione di Maghar, Mons. Sabbah invita i cristiani a "trovare modi per sopravvivere senza creare ghetti fisici, psicologici o settari". Il patriarca ricorda ai fedeli che i cristiani devono vedere il comandamento dell'amore di Cristo come "una forza spirituale che aiuta ad affrontare la loro situazione e trovare soluzioni senza rinunciare ai propri diritti". "La resurrezione di Gesù ci ricorda che dobbiamo risorgere a nuova vita" scrive il patriarca riferendosi alle "relazioni fra le diverse comunità e religioni". I cristiani sanno però che "la resurrezione si realizza attraverso la croce".
Riguardo al contesto politico, mons. Sabbah nota che "almeno da parte palestinese" si sta sperimentando "un tempo di relativa tranquillità" e si assiste "ad un espresso desiderio di raggiungere la pace". All'interno del mondo palestinese nota il patriarca - ci sono però "voci discordanti" che rifiutano di affermare i propri diritti senza ricorrere alla violenza. Questo "desiderio di pace" deve essere incoraggiato.
La speranza dei palestinesi però - secondo il patriarca - sembra sfidata da "problemi insormontabili" posti da Israele. Egli ricorda gli insediamenti ebraici, i prigionieri palestinesi che "sembrano dimenticati" nelle carceri israeliane, il "continuo assedio" delle città palestinesi, divenute vere "città prigioni".
Sabbah riconosce che "la sicurezza di Israele è una priorità", come lo è "la sicurezza e l'indipendenza dello stato palestinese". "Nessuna delle due" sottolinea il capo della Chiesa in Terra Santa "può esserci senza l'altra".
Le vicende dei due popoli e stati afferma Sabbah sono "interdipendenti": "La libertà deve essere la stessa per tutti, sia per il debole che per il forte". Il patriarca di Gerusalemme invita le parti a risolvere i dissidi senza far ricorso alla legge del più forte, "contraria alla dignità delle persone e delle nazioni". Questo perché se la forza si impone, "la dignità umana cercherà vendetta e resterà una minaccia per la sicurezza del più forte". Palestinesi e israeliani afferma il patriarca "devono convincersi che nessuna delle due parti può più vivere a spese dell'altra". (LF)