16/10/2004, 00.00
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Patriarca di Baghdad: "Dobbiamo restare in Iraq per costruire la pace"

Baghdad (AsiaNews) – "L'Iraq è la nostra patria, la nostra terra: perché dovremmo lasciarla, perché dovremmo andarcene?". Il patriarca cattolico Caldeo Emmanuel Delly è amareggiato per il nuovo episodio di violenza ai danni dei cristiani, ma mette in evidenza che il terrorismo ha attaccato e continua a colpire ugualmente anche i musulmani. Mons. Delly ribadisce la ferma volontà dei cristiani di restare in Iraq e di costruire insieme ai fratelli musulmani un futuro di pace per il paese: "Questa è la nostra terra; in questo momento è attraversata da nuvole nere, ma passeranno sicuramente. La pace tornerà in questa terra martoriata".

Nell'intervista rilasciata ad Asianews il patriarca cattolico conferma che vi sono stati molti danni, ma non si registrano vittime.

"Come hanno attaccato le moschee hanno attaccato anche le chiese, ma ringraziamo il Signore che non ci sono stati né morti, né feriti. Ci sono molti danni materiali, ma nessuna vittima."

L'attacco portato a quell'ora sa di atto dimostrativo.

Credo proprio di sì. L'attacco è stato alle 4.30 di mattina e le chiese a quell'ora erano deserte, perché tutti dormivano. Danni materiali ce ne sono, ma quelli si possono sistemare: l'importante è che non ci siano state delle vittime.

Chi ha interesse a colpire le chiese?

Sono atti disumani, ma a nome dei cristiani iracheni chiedo a tutti di pregare il Signore perché illumini la mente di chi compie questi atti. Dobbiamo collaborare per costruire la pace e il bene del nostro paese.

Questo è un momento particolare per i musulmani: è cominciato da poco il Ramadan…

Anche le loro case sono state attaccate, quindi le difficoltà sono comuni ad entrambi i popoli e a tutte le persone che vogliono la pace. La religione è per il Signore e per la pace, non per la violenza…

Potrebbero aumentare le violenze in questo mese?

Speriamo di no, perché il mese di Ramadan è occasione di riflessione e di preghiera. Mi auguro davvero che sia un mese di tranquillità e di stabilità e che non si ripetano più simili episodi di violenza.

Cosa chiede a noi cattolici e a tutto l'occidente?

Voglio fare un appello: vi chiedo di pregare per l'Iraq. L'unica cosa che chiedo è la preghiera, perché nient'altro può evitare che in futuro si ripetano questi atti di violenza. Che il signore tocchi le menti di queste persone, che non vogliono il bene dell'Iraq. (DS)
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