Patriarca caldeo e leader cristiani promuovono un piano di pace per l’Iraq
Baghdad (AsiaNews) - Impedire "interventi stranieri" in materia di politica interna e promuovere la ricostruzione della "casa irakena" attraverso la "partecipazione attiva di tutte le componenti del mondo politico". È questo l'appello che sua Beatitudine Mar Louis I Sako ha rivolto questa mattina al presidente del Parlamento Usama Abdu'l Aziz al-Nujayfi, in un incontro ufficiale al quale hanno partecipato - oltre al Patriarca caldeo - tutti i principali leader delle Chiese cristiane. Il faccia a faccia si inserisce all'interno di una serie di iniziative promosse dai vertici della minoranza religiosa, per rilanciare il processo di pace e di autonomia nel Paese arabo, a 10 anni dall'invasione statunitense, in questo periodo di avvicinamento alla Pasqua.
Come riferisce il sito baghdadhope, ieri mattina il Patriarca caldeo e i capi delle confessioni cristiane di Baghdad (nella foto) hanno incontrato i vertici del governo, guidati dal premier sciita Nouri al Maliki e dal ministro dell'Ambiente, il cristiano Sargon Lazar. Al centro dei colloqui, il piano di "riconciliazione nazionale" elaborato - nei giorni scorsi - dai capi cristiani, durante una serie di incontri dedicati alla pastorale.
Rivolgendosi al premier al Maliki, sua Beatitudine Mar Louis I ha ricordato il Vangelo, il cui Gesù afferma che "il più grande tra voi sia il mio servitore". "Lei - ha aggiunto il Patriarca - è il più grande tra noi in quanto a responsabilità, ed è quindi suo dovere prendere l'iniziativa per la riconciliazione, come farebbe un buon padre, per il bene dell'Iraq e degli irakeni".
Il piano di pace cristiano è stato proposto anche al presidente della Repubblica, ai vertici della regione autonoma del Kurdistan e, questa mattina, al presidente del Parlamento. Oltre alla fine delle "ingerenze" esterne, il piano prevede altri tre punti principali: risoluzione dei contrasti mediante il dialogo, evitando di "usare i media per provocare e minacciare", in special modo in vista delle elezioni; riaprire i dossier che riguardano i detenuti "nel territorio di competenza, rilasciando gli innocenti"; istituire una commissione per il dialogo che dia attuazione concreta al piano di pace.