Pasqua per cattolici ed armeni contro lo sbriciolamento del Paese
Beirut (AsiaNews/Agenzie) – I cattolici del Libano hanno festeggiato la resurrezione di Gesù pregando per l’unità e la salvezza del Paese, mentre cresce la tensione e lo stallo politico. Da novembre il Libano non ha presidente e il parlamento – in seguito a boicottaggi e attentati – non riesce a radunarsi per eleggere il nuovo capo di Stato.
Il card. Nasrallah Sfeir, patriarca maronita, ha celebrato la solenne messa di Pasqua nel cortile della sede patriarcale di Bkerke. “La festa – egli ha detto – non si presta a gioia o allegria, se guardiamo in un modo solito o umano”. Il porporato ha messo in luce ancora una volta i problemi inquietanti del Paese: divisioni, sfaldamenti, conflitti, meschinità fra i politici. “Il valore della festa – ha aggiunto - non sta nelle apparenze umane, ma nell’incontro con Dio e nell’impegno a vivere secondo la Sua volontà”.
Aram I, Catholicos della Chiesa armena-ortodossa, celebrando la messa nella cattedrale di Antelias, ha sottolineato che la resurrezione di Cristo è “la vittoria della vita sulla morte”. Nel Paese, egli ha detto, si trovano segni di “morte” di “autodistruzione”, generati dal clima di non fiducia esistente. “Purtroppo constatiamo che la cultura di morte e della paura pesa sulla nostra vita quotidiana”. “Noi rifiutiamo questo tipo di cultura – ha aggiunto e il Libano resterà il Paese della coesistenza islamo-cristiana. Noi vogliamo rafforzare questa coesistenza pacifica, legandoci ai nostri valori comuni e rispettandoli”.