Pasqua nelle Filippine, chiese affollate fra minacce di attentati
Zamboanga City (AsiaNews) Nelle Filippine il triduo pasquale è iniziato tra la paura e la minaccia di attentati da parte dei terroristi islamici. Ma anche se "le chiese sono presiediate da soldati armati", esse sono "affollatissime di fedeli" e "molta gente partecipa alle funzioni". E' quanto racconta ad AsiaNews padre GiovanBattista Sandalo, missionario del PIME a Zamboanga City, nell'isola meridionale di Mindanao, centro della guerriglia islamica. "Per le strade della città ogni 5 metri c'è un soldato" racconta p. Sandalo. "Si nota molta rabbia contro i musulmani, forse comprensibile per il pericolo degli attentati" minacciati dal gruppo integralista islamico di Abu Sayaf.
Proprio ieri l'esercito filippino ha scoperto a Manila 10 sacche contenenti esplosivo e 18 bombe rudimentali e ha arrestato un uomo legato ad Abu Sayaf. Nei giorni scorsi militanti del gruppo terroristico avevano dichiarato di "voler portare la guerra a Manila" in risposta alle recenti violenze avvenute in una prigione della capitale, dove erano rimasti uccisi alcuni sospetti esponenti del gruppo. Durante le vacanze pasquali sono milioni i filippini che si mettono in viaggio: le stazioni ferroviarie e dei bus, le chiese e i grandi magazzini sono i bersagli facili per gli attentati terroristici.
Padre Sandalo ricorda che la mobilitazione dell'esercito in occasione della settimana "è un fatto abbastanza normale", anche se "quest'anno sembra più eccezionale del solito".
"Nell'isola di Basilan, dove questa mattina è stata celebrata la messa crismale della diocesi" riferisce il missionario "la cattedrale era presidiata da un'intera compagnia di soldati e da 3 carri armati". Per motivi di sicurezza tutte le celebrazioni del triduo devono terminare entro le 19, ma nonostante la preoccupazione "la gente partecipa numerosa alle funzioni e le chiese sono affollatissime". Domani mattina alle 4 si svolgeranno in varie città la via crucis, pratica religiosa molto sentita dai cattolici locali.
"In questa situazione" afferma p. Sandalo "bisogna invitare la gente a superare lo stacco fra la fede e la vita. Non è facile celebrare la messa sotto la minaccia di attentati" dice il missionario. "Nell'omelia della messa in Coena Domini ho cercato di far capire loro che l'eucaristia che celebriamo ci spinge al servizio verso tutti e a un nuovo modo di essere: accogliere e dedicare la propria vita ai fratelli". (LF)