Parrocchie di Gerusalemme tagliate in due dal Muro
Gerusalemme (AsiaNews) "Qualche giorno fa hanno iniziato a costruire il Muro nel nostro quartiere, Bet-hanina, a nord di Gerusalemme. Il Muro ci taglia fuori dalla città. Lavoro, scuole, parrocchie: tutto è di là, oltre il Muro. E così non si può più vivere". Sobhy Makhoul, diacono cattolico maronita, racconta la costruzione del Muro e le drammatiche conseguenze per i cristiani. Makhoul, presidente della cooperativa Opere della Fede di Betlemme, chiede una preghiera perché i cristiani di Gerusalemme restino "lontani dall'odio e sappiano vivere secondo la carità e il perdono". Makhoul ha spedito una lettera ad AsiaNews. Si intitola "Dobbiamo costruire ponti tra i popoli, e non muri!" e riprende una recente affermazione di Giovanni Paolo II sulla situazione in Terrasanta.
La costruzione del Muro è iniziata nell'agosto 2002: Israele lo considera necessario per fermare i terroristi kamikaze provenienti dai Territori. I palestinesi contestano il Muro perché non rispetta il confine della "linea verde" e limita fortemente gli spostamenti della popolazione. L'Onu critica la costruzione del Muro perché incamera come "territorio israeliano" parte dei territori occupati.
Ecco il testo integrale della lettera di Makhoul.
Cari amici,
mi sono svegliato ieri sera al rumore delle ruspe e delle macchine che hanno distrutto tutta la strada asfaltata a 100 metri da casa mia, nella zona nord di Gerusalemme. Il governo israeliano ha deciso di far passare qui il Muro che dovrebbe dividere le zona sotto controllo israeliano e quelle sotto controllo palestinese. La posizione del Muro è stata decisa in base a tutto quello che vogliono gli israeliani. Ma della sofferenza e del male che può arrecare alla gente che abita lì, chi se ne importa!
Il nostro quartiere, Bet-hanina, dove abitano molti cristiani di Gerusalemme, è stato tagliato in due parti: una sotto Israele, l'altra sotto i palestinesi.
La parrocchia di san Giacomo, l'unica chiesa cattolica nel quartiere, è nella parte israeliana, ma la maggior parte dei parrocchiani è rimasta nella zona palestinese. Di solito per andare a messa si fanno 100 metri a piedi. Ma con il Muro bisognerà fare un giro di 4 km con la macchina e attraversare la frontiera. Per tante famiglie la situazione sta diventando difficile e invivibile: sarà davvero un dramma se restiamo tagliati fuori da Gerusalemme. Tutti qui lavorano a Gerusalemme, le scuole dei nostri bambini sono a Gerusalemme, tutte le parrocchie dei diversi riti sono a Gerusalemme. Non si potrà più vivere.
Tanti amici stanno pensando di trasferirsi a Gerusalemme, ma là gli affitti sono andati alle stelle, 800 dollari al mese, lo stipendio di un impiegato! I prezzi delle case sono astronomici: 250 mila dollari per un appartamento di 120 mq.
Vi chiedo di pregare per tutti noi, specialmente per i cristiani di questo quartiere perchè affrontino l'attuale situazione con tenacia e intelligenza, tenendo sempre gli occhi dissi sull'unica speranza che è Cristo. Pregate perché questo popolo mantenga un cuore buono e resti lontano dall'odio malgrado tutte le ingiustizie che stiamo subendo. Pregate che il perdono e la carità rimangano il nostro modo di vivere e di testimoniare. Vi ringrazio.
Sobhy Makhoul
27/06/2022 10:27
30/12/2016 11:04