Parenti dell’ex presidente si auto-accusano di riciclaggio
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Nell’udienza di oggi si sono dichiarati colpevoli 3 parenti dell’ex presidente taiwanese Chen Shuibian, accusati di riciclaggio di denaro. Suo figlio Chen Chih-chung, Huang Jui-chin moglie di questi (nella foto: Chen e Huang) e il genero Wu Chin-mao hanno chiesto di poter conferire con il procuratore per negoziare una condanna contenuta.
Sono accusati di avere portato all’estero almeno 820 milioni di dollari di Taiwan (circa 19 milioni di euro) provento di delitto. Chen e Huang hanno offerto di far tornare le somme espatriate.
Intanto sono in corso davanti alla Corte distrettuale di Taipei le udienze preprocessuali contro l’ex presidente Chen, detenuto con l’accusa di corruzione, appropriazione di fondi pubblici e di aver portato denaro all’estero. Nella prima udienza 2 giorni fa Chen, portato in manette dal carcere, ha ribadito la sua innocenza, in un clima di elevata tensione e conflittualità.
Ieri sono stati sentiti 2 suoi stretti ex collaboratori durante l’incarico presidenziale, ricoperto per 8 anni fino al maggio 2008, accusati di averlo aiutato a portare all’estero 104 milioni di dollari di fondi pubblici. Entrambi hanno negato di essersi appropriati di denaro e hanno insistito di avere solo eseguito ordini specifici.
Se riconosciuto colpevole, Chen rischia l’ergastolo. Ha però sempre negato ogni responsabilità e ha denunciato una persecuzione politica conseguente alla sua ferma posizione indipendentista e anticinese, voluta dal suo successore e attuale presidente Ma Ying-jeou per soddisfare Pechino. Sia Ma che la Cina hanno più volte negato l’accusa. Proprio 2 giorni fa è stato pubblicato un libro scritto da Chen in prigione, Cross of Taiwan, nel quale ripete che l’accusa è fabbricata e invita la popolazione a indire un referendum contro l’unificazione con la Cina, da tenersi per il 2012, anno delle elezioni presidenziali.