Papa: “Senza Dio l’uomo perde la sua grandezza”
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Senza Dio l’uomo perde la sua grandezza, senza Dio non c’è vero umanesimo”. E’ il monito lanciato da Benedetto XVI durante l’udienza generale del mercoledì, nella quale il Papa ha ricordato la figura di san Gregorio di Nazianzo, insigne teologo del IV secolo, celebre “per la sua eloquenza” e per l’animo poetico “raffinato e sensibile”. Egli amava “far tacere i propri sensi, uscire dalla carne del mondo”, elevandosi al cielo a “conversare con gli angeli” pur rimanendo legato alla vita terrena e senza rinunciare “alle sofferenze” che essa comporta. Il suo esempio si inserisce nel “cammino tracciato da san Basilio”, cui era legato da “profonda amicizia” e con il quale ha condiviso “la formazione culturale e il fervore mistico, ricordandone la figura nei suoi scritti”.
Nella Chiesa ortodossa viene ancora oggi celebrato come Gregorio il “teologo” per la forza e la sicurezza con le quali pronunciava i suoi discorsi sulla dottrina: “Una teologia – sottolinea Benedetto XVI – che non è solo una riflessione puramente umana, ma deriva da una vita di preghiera e di santità, da un dialogo assiduo con Dio”. Mentre partecipava al secondo Concilio Ecumenico del 381, Gregorio fu eletto vescovo di Costantinopoli e assunse la presidenza del Concilio: “Subito si scatenò contro di lui – sottolinea il Papa – una forte opposizione” che divenne presto “insopportabile per un’anima così sensibile”. Nel suo celebre discorso di addio alla città “tanto amata da Cristo”, egli invitò i fedeli a “custodire il deposito della fede che vi è stato affidato (cfr 1 Tm 6,20)”. San Gregorio trascorse gli ultimi anni della sua vita “in solitudine nella terra natale” per dedicarsi allo studio e alla vita ascetica: a Nazianzo egli compose un’autobiografia in versi (De vita sua) nella quale condensò il “cammino spirituale e umano in un mondo attraversato da conflitti”.
Al termine dell’udienza, salutando i fedeli presenti, il Papa ha voluto rivolgere un’intenzione particolare per “i giovani”, perché ripongano la loro “fiducia in Cristo”, ai malati perché “partecipino con fede alla potenza salvifica della sua Croce” e agli sposi novelli, invitandoli a “essere immagine luminosa di Dio, attraverso la reciproca fedeltà”.