Papa: solo la vera successione apostolica garantisce fedeltà al Vangelo
All'udienza generale Benedetto XVI parla del ministero del vescovo. Pur senza riferimenti alle illecite ordinazioni cinesi, evidenzia il ruolo della Chiesa di Roma, "segno, criterio e garanzia della trasmissione ininterrotta della fede apostolica".
Città del Vaticano (AsiaNews) La "catena" della successione apostolica e il ministero del vescovo come "garanzia" della fedeltà alla fede ed alla pratica della vita degli apostoli, per le quali ancora oggi è Gesù che parla attraverso la sua Chiesa e che opera nei sacramenti, è stato l'argomento del quale Benedetto XVI ha parlato oggi agli oltre 40 mila fedeli presenti in Piazza San Pietro per l'udienza generale. Tra loro anche dodici applauditi suonatori dei lunghi corni alpini e anche 110 sacerdoti, religiosi e fedeli arrivati dal Vietnam, accompagnati dall'arcivescovo di Ho Chi Min City, cardinale Jean-Baptiste Phan Minh Man, la presenza dei quali testimonia il miglioramento esistente nei rapporti tra Santa Sede e Vietnam, pur in assenza di rapporti diplomatici.
Nell'ambito della successione apostolica, Benedetto XVI, in parte improvvisando rispetto al testo preparato, ha evidenziato il ruolo della Chiesa di Roma, "segno, criterio e garanzia della trasmissione ininterrotta della fede apostolica". Pur nell'assenza di qualsiasi riferimento, diretto o indiretto, alle ordinazione illecite cinesi, le odierne parole del Papa non possono non apparire una sottolineatura della necessità per i vescovi del rapporto "con Pietro".
Benedetto XVI ha affrontato il tema della successione apostolica, continuando a trattare della tradizione nella Chiesa. La successione, nelle parole del Papa, ha un "aspetto personale". La cominciò Gesù, "convocando i Dodici, che rappresentano il futuro popolo di Dio". Dopo l'Ascensione e la "defezione di Giuda", altri furono "associati" dai Dodici al loro ministero, perché lo continuassero e Gesù stesso "chiama" Paolo. Tutti, come dice espressamente quest'ultimo hanno la preoccupazione di "trasmettere ciò che ho ricevuto". "Come all'inizio della condizione di apostolo c'è una chiamata ed un invio del Risorto, così la chiamata e l'invio di altri, operati nella forza dello Spirito da parte di chi è già costituito nel ministero apostolico, saranno la via per la quale verrà affidato il ministero dell'episcopé'".
Proprio la chiamata e l'invio di altri "sarà la via attraverso la quale proseguirà il ministero", la missione di coloro che "guardando" l'insegnamento ricevuto saranno chiamati vescovi. "San Pietro stesso chiamò il Signore pastore e vescovo".
Nel tempo, poi, tale funzione si è precisata nel "triplice ufficio di vescovo, presbitero e diacono. E' uno sviluppo guidato dallo Spirito di Dio, che assiste la Chiesa". "Così, la successione nella funzione episcopale si presenta come garanzia della perseveranza nella tradizione apostolica. Il legame fra il collegio dei vescovi e la comunità originaria degli apostoli è inteso innanzitutto nella linea della continuità storica: in questa continuità della successione sta la garanzia del perseverare, nella comunità ecclesiale presente, del collegio apostolico raccolto intorno a sé da Cristo".
Ma la continuità va intesa "prima ancora che in senso storico, in senso spirituale, perché la successione apostolica nel ministero viene considerata come luogo privilegiato dell'azione e della trasmissione dello Spirito Santo".
Benedetto XVI ha poi sottolineato in particolare quanto nel II secolo diceva Ireneo a proposito di quella Chiesa "somma ed antichissima ed a tutti nota" che è stata "fondata e costituita in Roma dai gloriosissimi Apostoli Pietro e Paolo", cioè alla Chiesa di Roma, "dando rilievo alla tradizione della fede, che in essa giunge fino a noi dagli Apostoli mediante le successioni dei Vescovi. In tal modo la successione episcopale della Chiesa di Roma diviene il segno, il criterio e la garanzia della trasmissione ininterrotta della fede apostolica". "La successione episcopale verificata sulla base della comunione con quella della Chiesa di Roma - è dunque il criterio della permanenza delle singole Chiese nella tradizione della fede apostolica, che attraverso questo canale è potuta giungere fino a noi dalle origini".
Mediante la successione apostolica, dunque, "è allora Cristo che ci raggiunge: nella parola degli apostoli e dei loro successori è Lui a parlarci; mediante le loro mani è Lui che agisce nei sacramenti; nel loro sguardo è il suo sguardo che ci avvolge e ci fa sentire amati, accolti nel cuore di Dio". (FP)