Papa: si alzi forte in tutta la Terra il grido della pace
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Si alzi forte in tutta la Terra il grido della pace". Con queste parole papa Francesco è tornato a invitare tutti a unirsi alla giornata di preghiera e digiuno per la pace di sabato prossimo, 7 settembre.
"Rinnovo - ha detto - l'invito a tutta la Chiesa a vivere intensamente questo giorno, e, sin d'ora, esprimo riconoscenza agli altri fratelli cristiani, ai fratelli delle altre religioni e agli uomini e donne di buona volontà che vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento. Esorto in particolare i fedeli romani e i pellegrini a partecipare alla veglia di preghiera, qui, in Piazza San Pietro alle ore 19.00, per invocare dal Signore il grande dono della pace".
Ad ascoltare l'invito circa 70mila persone riunite in piazza san Pietro alla ripresa delle udienze generali. Tra loro, come di consueto, egli è passato a lungo con la jeep, stringendo mani, baciando bambini ed è stato anche "colpito" da una maglietta lanciatagli da un fedele.
La catechesi per l'udienza è stata invece dedicata interamente alla Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro: "E' passato più di un mese ma ritengo che sia importante ritornare su questo evento, e la distanza di tempo permette di coglierne meglio il significato".
Quei giorni sono stati sintetizzati dal Papa in tre parole: accoglienza, festa e missione. Esse "non siano solo il ricordo di ciò che è avvenuto a Rio, ma siano anima della nostra vita e di quella delle nostre comunità", strumento col quale i giovani diano "speranza al mondo" e lo trasformino.
La prima "parola" relativa a quelle giornate è "accoglienza". Quella "delle famiglie e delle parrocchie". "Il pellegrinaggio comporta sempre dei disagi, ma l'accoglienza aiuta a superarli e, anzi, li trasforma in occasioni di conoscenza e di amicizia. Nascono legami che poi rimangono, soprattutto nella preghiera. Anche così cresce la Chiesa in tutto il mondo, come una rete di vere amicizie in Gesù Cristo, una rete che mentre ti prende ti libera".
La seconda parola è "festa", "perché quando una città si riempie di ragazzi e ragazze che girano per le strade con le bandiere di tutto il mondo, salutandosi, abbracciandosi, questa è una vera festa". "Ma poi c'è la festa più grande che è la festa della fede, quando insieme si loda il Signore, si canta, si ascolta la Parola di Dio, si rimane in silenzio di adorazione: tutto questo è il culmine della GMG, è il vero scopo di questo grande pellegrinaggio, e lo si vive in modo particolare nella grande Veglia del sabato sera e nella Messa finale. Ecco: questa è la festa grande, la festa della fede e della fraternità, che inizia in questo mondo e non avrà fine".
La terza parola è "missione". "Questa GMG era caratterizzata da un tema missionario: «Andate e fate discepoli tutti i popoli». Abbiamo sentito la parola di Gesù: è la missione che Lui ci dà a tutti! E' il mandato di Cristo Risorto ai suoi discepoli: «Andate», uscite da voi stessi, da ogni chiusura per portare la luce e l'amore del Vangelo a tutti, fino alle estreme periferie dell'esistenza! Ed è stato proprio questo mandato di Gesù che ho affidato ai giovani che riempivano a perdita d'occhio la spiaggia di Copacabana".
E come in quei giorni, in piazza san Pietro c'è stato un dialogo tra Francesco e i giovani, con il Papa che poneva domande e i giovani che rispondevano "sì".
"Vorrei, a tutti voi, chiedere con forza: volete essere una speranza per Dio? Volete essere una speranza, voi?", "Volete essere una speranza per la Chiesa?". E al nuovo "sì", "un cuore giovane, che accoglie l'amore di Cristo, si trasforma in speranza per gli altri, è una forza immensa! Ma voi, ragazzi e ragazze, tutti i giovani, voi dovete trasformarci in speranza, trasformarvi in speranza! Aprire le porte verso un mondo nuovo di speranza. Questo è il vostro compito. Volete essere speranza per tutti noi?"
Dalla folla un altro "Si".
"Pensiamo a che cosa significa quella moltitudine di giovani che hanno incontrato Cristo risorto a Rio de Janeiro, e portano il suo amore nella vita di tutti i giorni, lo vivono, lo comunicano. Non vanno a finire sui giornali, perché non compiono atti violenti, non fanno scandali, e dunque non fanno notizia. Ma, se rimangono uniti a Gesù, costruiscono il suo Regno, costruiscono fraternità, condivisione, opere di misericordia, sono una forza potente per rendere il mondo più giusto e più bello, per trasformarlo! Vorrei chiedere adesso ai ragazzi e alle ragazze, che sono qui in Piazza: avete il coraggio di raccogliere questa sfida?".
Giovani: "Si!".
"Vi animate ad essere questa forza di amore, forza di amore, e di misericordia che ha il coraggio di voler trasformare il mondo?"
Giovani: "Si"
28/07/2016 19:28
15/07/2008