Papa: se c'è egoismo e manca l'amore la Chiesa non cresce
Città del Vaticano (AsiaNews) - Papa Francesco, e con lui 100mila persone, hanno pregato oggi per la piccola Noemi, una bambina di un anno e mezzo, malata di atrofia muscolare spinale. E' stato lo stesso Papa, nel corso dell'udienza generale, a chiedere ai fedeli "un atto di amore". "Prima di venire in piazza - ha detto - sono andato a trovare una bambina di un anno e mezzo con una malattia gravissima. Il suo papà la sua mamma pregano, chiedono al Signore la salute di questa bella bambina, si chiama Noemi, Sorrideva, poveretta. Facciamo un atto di amore, noi non la conosciamo, ma è una battezzata, è una di noi, è una cristiana. Facciamo un atto di amore per lei e in silenzio prima chiediamo al Signore, che l'aiuti in questo momento e le dia la salute. E adesso tutti insieme preghiamo la Madonna per la salute di Noemi. Grazie per questo atto di carità". Papa Francesco si era già interessato della piccola: il 15 ottobre aveva telefonato ai genitori e aveva fatto avere loro un rosario.
La richiesta del Papa di un "atto di amore" era legato al discorso di Francesco dedicato alla "comunione tra i credenti" e "ai beni spirituali".
Questi due aspetti - ha detto - sono strettamente collegati fra loro, infatti la comunione tra i cristiani cresce mediante la partecipazione ai beni spirituali. In particolare consideriamo: i sacramenti, i carismi, e la carità. Noi cresciamo in unità, in comunione con i sacramenti, con i carismi che ognuno ha perché glieli ha dati lo Spirito Santo, e con la carità".
"I sacramenti non sono apparenze, non sono riti; i sacramenti sono la forza di Cristo, c'è Gesù Cristo, nei sacramenti". "Ogni incontro con Cristo - ha proseguito - che nei sacramenti ci dona la salvezza, ci invita ad 'andare' e comunicare agli altri una salvezza che abbiamo potuto vedere, toccare, incontrare, accogliere, e che è davvero credibile perché è amore. In questo modo, i sacramenti ci spingono ad essere missionari, e l'impegno apostolico di portare il Vangelo in ogni ambiente, anche in quelli più ostili, costituisce il frutto più autentico di un'assidua vita sacramentale, in quanto è partecipazione all'iniziativa salvifica di Dio, che vuole donare a tutti la salvezza. La grazia dei sacramenti alimenta in noi una fede forte e gioiosa, una fede che sa stupirsi delle 'meraviglie' di Dio e sa resistere agli idoli del mondo".
"E per questo è importante fare la comunione; è importante che i bambini siano battezzati presto; è importante che siano cresimati. Perché? Perché questa è la presenza di Gesù Cristo in noi, che ci aiuta. E' importante, quando ci sentiamo peccatori, andare al Sacramento della riconciliazione. 'No, Padre, ho paura, perché il prete mi bastonerà!'. No, non ti bastonerà, il prete. Tu sai chi incontrerai nel Sacramento della riconciliazione? Gesù, Gesù che ti perdona. E' Gesù che ti aspetta lì, e questo è un Sacramento. E questo fa crescere tutta la Chiesa".
"Un secondo aspetto della comunione alle cose sante è quello della comunione dei carismi. Lo Spirito Santo dispensa ai fedeli una moltitudine di doni e di grazie spirituali; questa ricchezza diciamo 'fantasiosa' dei doni dello Spirito Santo è finalizzata alla edificazione della Chiesa". A braccio ha aggiunto: "Carismi è una parola un po' difficile. I carismi sono i regali che ci fa lo Spirito Santo: uno ha il regalo di essere così, o di questa abilità o di questa possibilità ... Ma sono i regali che dà, ma ce li da non perché siano nascosti: ci dà questi regali per parteciparli agli altri".
Il terzo aspetto della comunione "ai beni spirituali" è "l'unità fra noi che fa la carità è l'amore. Dai primi cristiani, i pagani che li vedevano dicevano: 'Ma questi, come si amano! Come si vogliono bene! Non si odiano, non chiacchierano uno contro l'altro! Ma, è buono, questo!'. La carità: questo è l'amore di Dio che lo Spirito Santo ci dà nel cuore".
"I carismi sono importanti nella vita della comunità cristiana, ma sono sempre dei mezzi per crescere nella carità, nell'amore, che san Paolo colloca al di sopra dei carismi. Senza l'amore, infatti, anche i doni più straordinari sono vani". "Ma, quest'uomo guarisce la gente: eh, ha questa qualità, questa virtù, guarisce la gente. Ma, ha amore nel suo cuore? Ha carità? Se ha, avanti; ma se non le ha, non serve alla Chiesa. Senza l'amore, tutti i doni non servono alla Chiesa, perché dove non c'è l'amore c'è un vuoto, un vuoto che viene riempito dall'egoismo. E vi domando: se tutti noi siamo egoisti, solamente egoisti, possiamo vivere in comunità, in pace? Si può vivere in pace se ognuno di noi è un egoista? Si può o non si può? Non si può! Per questo, è necessario l'amore che ci unisce; la carità".
"Il più piccolo dei nostri gesti d'amore ha effetti buoni per tutti! Pertanto, vivere la unità della Chiesa, la comunione della carità significa non cercare il proprio interesse, ma condividere le sofferenze e le gioie dei fratelli, pronti a portare i pesi di quelli più deboli e poveri. Questa solidarietà fraterna non è una figura retorica, un modo di dire, ma è parte integrante della comunione tra i cristiani. Se la viviamo, noi siamo nel mondo segno, noi siamo "sacramento" dell'amore di Dio. Lo siamo gli uni per gli altri e lo siamo per tutti! Non si tratta solo di quella carità spicciola che ci possiamo offrire a vicenda, si tratta di qualcosa di più profondo: è una comunione che ci rende capaci di entrare nella gioia e nel dolore altrui per farli nostri sinceramente. E spesso siamo troppo aridi, indifferenti, distaccati e invece di trasmettere fraternità, trasmettiamo malumore, trasmettiamo freddezza, trasmettiamo egoismo. E con il malumore, con la freddezza, con l'egoismo si può far crescere le chiese? Si può far crescere tutta la Chiesa? No, con il malumore, con la freddezza, con l'egoismo la Chiesa non cresce: cresce soltanto con l'amore, con l'amore che viene dallo Spirito Santo. Il Signore ci invita ad aprirci alla comunione con Lui, nei Sacramenti, nei carismi e nella carità, per vivere in maniera degna della nostra vocazione cristiana!".
Prima dell'inizio dell'udienza generale, il Papa aveva anche benedetto la fiaccola della 26ma Universiade invernale, che si aprirà l'11 dicembre prossimo in Trentino.
30/12/2021 10:40