Papa: sabato attesi in 300mila per l'incontro con i movimenti
Rappresentanti di oltre 100 movimenti di tutto il mondo da domani a Rocca di Papa per il II congresso mondiale sul tema "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo". Datano da lungo tempo i rapporti con Benedetto XVI.
Città del Vaticano (AsiaNews) Sono attesi in 300mila, da tutto il mondo, per l'incontro di Benedetto XVI con i movimenti ecclesiali, che si svolgerà in Piazza San Pietro per la veglia di Pentecoste. L'ha annunciato questa mattina mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio consiglio per i laici, presentando in Vaticano il II congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, che ha luogo a Rocca di Papa dal 31 maggio al 2 giugno 2006 ed il successivo incontro col Papa.
Il congresso, organizzato dal Pontificio consiglio per i laici, avrà per tema "La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo", ispirato all'omelia della messa di inizio del pontificato di Benedetto XVI. Le tre relazioni principali saranno affidate ai cardinali Christoph Schönborn, O.P., Marc Ouellet, P.S.S. e Angelo Scola: a loro spetterà il compito di affrontare le questioni cristologiche ("Cristo, il più bello tra i figli di Adamo"), ecclesiologiche ("La bellezza di essere cristiani") e pastorali ("Movimenti ecclesiali e nuove comunità nella missione della Chiesa: priorità e prospettive"). "Numerosissime", ha detto ancora mons. Clemens, le richieste di partecipazione all'incontro, ma "per ragioni logistiche il numero di congressisti sarà limitato a poco più di 300, in rappresentanza di oltre 100 movimenti e nuove comunità: più del doppio, quindi, delle realtà ecclesiali rappresentate al Congresso del '98".
Dal canto suo, mons. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio consiglio per i laici, ha sottolineato che "l'appuntamento che papa Ratzinger ha dato a movimenti e comunità per il 3 giugno prossimo è un importante segnale di continuità con il magistero di Giovanni Paolo II, che in queste nuove realtà aggregative vedeva doni preziosi dello Spirito alla Chiesa di oggi e un grande segno di speranza per l'umanità del nostro tempo". Una convinzione che Giovanni Paolo II espressa soprattutto in occasione del I incontro dei movimenti, il 30 maggio 1998.
Ma anche i rapporti di papa Benedetto XVI con i movimenti ecclesiali "datano da lungo tempo e hanno una storia della quale egli stesso ha parlato in varie occasioni. I suoi primissimi contatti con queste realtà che si sono poi intensificati e approfonditi, trasformandosi in una vera amicizia risalgono alla metà degli anni Sessanta, quando era ancora professore a Tübingen. Era il periodo difficile del post-Concilio, ma agli occhi del teologo quei nuovi carismi si rivelano subito come un dono provvidenziale. Scriveva: 'Ecco, all'improvviso, qualcosa che nessuno aveva progettato. Ecco, che lo Spirito Santo, per così dire, aveva chiesto di nuovo la parola. E in giovani uomini e in giovani donne risbocciava la fede, senza 'se' né 'ma', senza sotterfugi né scappatoie, vissuta nella sua integralità come dono, come un regalo prezioso che fa vivere' (J. Ratzinger, 'I movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica', in: I movimenti nella Chiesa, p. 24)".
Al cardinale Ratzinger, inoltre, si deve "la giusta collocazione teologica dei movimenti nella Chiesa". Essa "è da individuare nella apostolicità, che è la dimensione dalla quale scaturisce il vincolo particolare che li unisce al ministero del Successore di Pietro. Scrive: 'Il papato non ha creato i movimenti, ma è stato loro essenziale sostegno nella struttura della Chiesa, il loro pilastro ecclesiale [...] Il Papa ha bisogno di questi servizi, e questi hanno bisogno di lui, e nella reciprocità delle due specie di missione si compie la sinfonia della vita ecclesiale' (Ibidem, p.39 e 46)".