15/10/2006, 00.00
VATICANO
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Papa: proclama quattro nuovi santi "missionari"

Sono don Filippo Smaldone,  Raffaele Guízar Valencia, Rosa Venerini e Anne-Thérèse Guérin. Di loro Benedetto XVI dice che hanno hanno speso la vita per seguire Gesù e non le ricchezze terrene che rischiano di allontanare da Dio.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La ricchezza, occupando la mente e il cuore di chi l'ha, ha in sé il rischio di allontanare da Dio, a meno che non venga spesa per venire in aiuto di chi è nella povertà,  Per giungere alla salvezza, invece, bisogna aprirsi nella fede alla grazia di Cristo, il quale però a chi gli si rivolge pone la condizione esigente: "Vieni e seguimi". È ciò che hanno fatto i santi. È la riflessione offerta oggi dal Papa alle 40mila persone riunite in piazza San Pietro per la cerimonia con la quale egli ha proclamato quattro nuovi santi. Bandiere dei Paesi dei nuovi santi, cappellini colorati e striscioni portati dalla gente, accanto agli austeri abiti da cerimonia delle delegazioni uiciali e del corpo diplomatico.

Nel "mese missionario" di ottobre, Benedetto XVI ha oggi elevato agli altari persone che, in modi, luoghi e tempi diversi, hanno dedicato la loro vita alla diffusione del Vangelo ed alla promozione umana. Sono un sacerdote italiano, di Napoli, don Filippo Smaldone, fattosi apostolo dei sordomuti, che ha portato la sua opera a Lecce, da dove si è allargata alle Puglie e all'Italia. A testimonianza della sua opera, sui maxischermi di piazza San Pietro una donna traduce nel linguaggio dei gesti le parole del Papa per i 5mila sordi presenti. Con don Smaldone, è divenuto santo un sacerdote messicano, Raffaele Guízar Valencia, che per svolgere il suo ministero si travestiva da venditore ambulante e che riuscì a portare l'insegnamento cristiano negli Stati Uniti, in Guatemala e a Cuba. Dall'isola caraibica, divenuto vescovo, tornò a portare il Vangelo nel suo Messico, allora ferocemente anticristiano.

Sulla facciata della basilica sono apparse anche le immagini di una giovane viterbese di buona famiglia, Rosa Venerini, che, divenuta suora, ha dedicato la sua vita alla promozione umana e all'elevazione spirituale della donna e che, nel corso della sua vita, ha aperto più di 40 scuole in tutta Italia e di una francese, Anne-Thérèse Guérin, mandata dal suo ordine religioso negli Stati Uniti d'America per fondare una casa madre, istituire scuole e portare l'amore di Dio fra i pionieri di Vincennes, nell'Indiana.

Di tutti loro, Benedetto XVI, ha detto che  "i loro nomi saranno ricordati per sempre. Per contrasto, viene subito da pensare al 'giovane ricco', di cui parla il Vangelo. Questo giovane è rimasto anonimo; se avesse risposto positivamente all'invito di Gesù, sarebbe diventato suo discepolo e probabilmente gli Evangelisti avrebbero registrato il suo nome". Da questo fatto si intravede subito che, come dicono le letture di questa domenica, "se l'uomo ripone la sua sicurezza nelle ricchezze di questo mondo non raggiunge il senso pieno della vita e la vera gioia; se invece, fidandosi della parola di Dio, rinuncia a se stesso e ai suoi beni per il Regno dei cieli, apparentemente perde molto, in realtà guadagna tutto. Il Santo è proprio quell'uomo, quella donna che, rispondendo con gioia e generosità alla chiamata di Cristo, lascia ogni cosa per seguirlo".

Dei nuovi santi, il Papa ha sottolineato che san Filippo Smaldone, "fu soprattutto testimone e servo della carità, che manifestava in modo eminente nel servizio ai poveri, in particolare ai sordomuti, ai quali dedicò tutto se stesso". "Nei sordomuti San Filippo Smaldone vedeva riflessa l'immagine di Gesù, ed era solito ripetere che, come ci si prostra davanti al Santissimo Sacramento, così bisogna inginocchiarsi dinanzi ad un sordomuto". Di Santa Rosa Venerini Benedetto XVI ha messo in evidenza "la lungimirante attività che svolgeva con coraggio a favore dell'elevazione spirituale e dell'autentica emancipazione delle giovani donne del suo tempo". "Santa Rosa - ha aggiunto - non si accontentava di fornire alle ragazze un'adeguata istruzione, ma si preoccupava di assicurare loro una formazione completa, con saldi riferimenti all'insegnamento dottrinale della Chiesa". San Rafael Guizar y Valencia è stato indicato, in spagnolo, come il "vescovo dei poveri", pronto ad affrontare nel Messico dei primi decenni del Novecento le persecuzioni pur di portare avanti la sua attività di sostegno alle vocazioni. Di santa Theodore Guerin, infine ha sottolineato l'attività di missionaria negli Stati Uniti nella prima metà dell'Ottocento, in zone e selvagge, fra stenti e difficoltà. "Bella figura spirituale e modello di vita cristiana".

Sull'esempio dei nuovi santi, ricordati anche nei saluti rivolti in varie lingue ai presenti, prima dell'Angelus, "Gesù invita anche noi, come questi Santi, a seguirlo per avere in eredità la vita eterna. La loro esemplare testimonianza illumini e incoraggi specialmente i giovani, perché si lascino conquistare da Cristo, dal suo sguardo pieno d'amore. Maria, Regina dei Santi, - ha concluso il Papa - susciti nel popolo cristiano uomini e donne come San Rafael Guízar y Valencia, San Filippo Smaldone, Santa Rosa Venerini e Santa Théodore Guérin, pronti ad abbandonare tutto per il Regno di Dio; disposti a far propria la logica del dono e del servizio, l'unica che salva il mondo".

 

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