Papa: politici pro-aborto non dovrebbero fare la comunione
Roma (AsiaNews) – Fa discutere, oggi, l’affermazione fatta ieri da Benedetto XVI, secondo il quale la scomunica che i vescovi del Messico hanno indicato come sanzione per i politici che hanno approvato la liberalizzazione dell'aborto a Città del Messico “non era una cosa arbitraria: è prevista dal Codice di diritto canonico. Sta nel diritto - ha aggiunto, parlando con i giornalisti - che l'uccisione di un innocente è incompatibile con l’accostarsi al corpo di Cristo, i vescovi non hanno fatto niente di nuovo e sorprendente rispetto al diritto, hanno solo messo in luce ciò che è previsto dal diritto della Chiesa“.Sull'aereo che lo porta in Brasile, il Papa ha anche ricordato la "grande lotta della Chiesa per la vita, di cui Giovanni Paolo II ha fatto un punto fondamentale del suo pontificato", “ha scritto un’intera enciclica su questo. Andiamo avnti con la profezia che la vita è un dono, non una minaccia: alla radice di queste legislazioni sta da una parte un certo egoismo e dall’altra anche un dubbio sul valore della vita, e anche un dubbio sul futuro”. Invece, “anche in condizioni umane difficili, la vita rimane sempre un dono”.
Da parte sua, il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha voluto precisare le risposte del Papa alle domande dei giornalisti sulla posizione della chiesa messicana, affermando che “non essendo stata dichiarata una scomunica dai vescovi messicani, il Papa non ha inteso nemmeno dichiararla lui". "L'azione legislativa favorevole all'aborto - ha precisato Lombardi - non è compatibile con la partecipazione alla eucaristia, come è scritto anche nella esortazione postsinodale Sacrosantum Caritatis". Padre Lombardi ha precisato che "i politici si autoescludono dalla partecipazione alla eucaristia". "Ma sono dunque scomunicati?", gli è stato chiesto. "No - ha precisato Lombardi - si autoescludono dalla comunione".