Papa: pensiamo ai cristiani che anche oggi nel mondo danno la vita a causa della fede
All’Angelus del giorno dedicato al primo martire, Benedetto XVI dice che “il Papa non dimentica” i cristiani perseguitati. Il “sangue innocente” sparso negli attentati in Nigeria. “La violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono la via per giungere alla pace”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Pensiamo a tutti i cristiani perseguitati nel mondo” che “offrono la loro vita a causa della fede.Il Papa non li dimentica. Che Dio li riempia di coraggio e di forza e che la Vergine Maria li sostenga”. Nel giorno nel quale la Chiesa ricorda santo Stefano, il “martire perfetto”, “uomo di preghiera ed evangelizzatore” e all’indomani degli attentati che in Nigeria sono costati la vita ad almeno 39 persone, Benedetto XVI dedica ai martiri un Angelus che compone ricordo e attualità.
Attualità per il “sangue innocente” sparso anche a Natale,nel giorno che “suscita in noi, in modo ancora più forte, la preghiera a Dio affinché si fermino le mani dei violenti, che seminano morte e nel mondo possano regnare la giustizia e la pace”. “Ho appreso con profonda tristezza – dice il Papa dopo la recita della preghiera mariana - la notizia degli attentati che, anche quest’anno nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese della Nigeria. Desidero - aggiunge -manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono la via per giungere alla pace”.
Il pensiero per i martiri segna dunque il pensiero di Benedetto XVI: dal primo, santo Stefano a quanti “anche oggi in diverse parti del mondo danno testimonianza della fede tra le persecuzioni”, ricordati dopo la recita dell’Angelus, nei saluti rivolti in francese, inglese, tedesco, spagnolo e polacco alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro.
Il primo martire, e con lui tutti i diaconi che si spendono per l’evangelizzazione, era stato ricordato dal Papa prima della preghiera mariana. Di lui Benedetto XVI ricorda quanto è scritto negli Atti degli Apostoli: “Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo” (6,8). “San Gregorio di Nissa commenta: ‘Era un uomo onesto e pieno di Spirito Santo: con la bontà dell’animo adempiva l’incarico di nutrire i poveri e con la libertà della parola e la forza dello Spirito Santo chiudeva la bocca ai nemici della verità’ (Sermo in Sanctum Stephanum II: GNO X,1, Leiden 1990, 98). Uomo di preghiera ed evangelizzatore, Stefano, il cui nome significa ‘corona’, ha ricevuto da Dio il dono del martirio”.
“Come nell’antichità - ha detto ancora - anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci ricorda il Signore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22). A Maria Santissima, Regina dei Martiri, rivolgiamo la nostra supplica per custodire integra la volontà di bene, soprattutto verso coloro che ci avversano. In particolare affidiamo alla misericordia divina i diaconi della Chiesa, affinché, illuminati dall’esempio di Santo Stefano, collaborino, secondo la missione loro propria, all’impegno di evangelizzazione (cfr Esort. ap. postsin. Verbum Domini, 94)”.
Attualità per il “sangue innocente” sparso anche a Natale,nel giorno che “suscita in noi, in modo ancora più forte, la preghiera a Dio affinché si fermino le mani dei violenti, che seminano morte e nel mondo possano regnare la giustizia e la pace”. “Ho appreso con profonda tristezza – dice il Papa dopo la recita della preghiera mariana - la notizia degli attentati che, anche quest’anno nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese della Nigeria. Desidero - aggiunge -manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono la via per giungere alla pace”.
Il pensiero per i martiri segna dunque il pensiero di Benedetto XVI: dal primo, santo Stefano a quanti “anche oggi in diverse parti del mondo danno testimonianza della fede tra le persecuzioni”, ricordati dopo la recita dell’Angelus, nei saluti rivolti in francese, inglese, tedesco, spagnolo e polacco alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro.
Il primo martire, e con lui tutti i diaconi che si spendono per l’evangelizzazione, era stato ricordato dal Papa prima della preghiera mariana. Di lui Benedetto XVI ricorda quanto è scritto negli Atti degli Apostoli: “Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo” (6,8). “San Gregorio di Nissa commenta: ‘Era un uomo onesto e pieno di Spirito Santo: con la bontà dell’animo adempiva l’incarico di nutrire i poveri e con la libertà della parola e la forza dello Spirito Santo chiudeva la bocca ai nemici della verità’ (Sermo in Sanctum Stephanum II: GNO X,1, Leiden 1990, 98). Uomo di preghiera ed evangelizzatore, Stefano, il cui nome significa ‘corona’, ha ricevuto da Dio il dono del martirio”.
“Come nell’antichità - ha detto ancora - anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci ricorda il Signore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22). A Maria Santissima, Regina dei Martiri, rivolgiamo la nostra supplica per custodire integra la volontà di bene, soprattutto verso coloro che ci avversano. In particolare affidiamo alla misericordia divina i diaconi della Chiesa, affinché, illuminati dall’esempio di Santo Stefano, collaborino, secondo la missione loro propria, all’impegno di evangelizzazione (cfr Esort. ap. postsin. Verbum Domini, 94)”.
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27/12/2019 21:01
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