18/01/2023, 12.51
VATICANO
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Papa: non c'è missione vera senza la nostalgia per chi se n'è andato

All'udienza generale Francesco ha invitato a pregare per il sacerdote arso vivo in NIgeria e per le vittime dell'attacco missilistico di sabato scorso in Ucraina. All'inizio della Settimana per l'unità dei cristiani: "Fra tutti i credenti in Cristo si affermi sempre più il cammino verso la piena comunione e l'impegno per la pace".

Città del Vaticano (AsiaNews) – La “nostalgia di coloro che se ne sono andati” è uno dei volti dell’evangelizzazione oggi. Lo ha detto oggi papa Francesco durante l’udienza generale del mercoledì, tenuta nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Incontrando i pellegrini il Pontefice ha invitato anche a pregare per padre Isaac Achi, il sacerdote della diocesi di Minna, nel nord della Nigeria, arso vivo domenica scorsa nella sua casa parrocchiale. “Quanti cristiani soffrono sulla propria pelle la violenza”, ha commentato.

Nella sua catechesi - proseguendo il ciclo di riflessioni sulla passione per l’evangelizzazione, iniziato la scorsa settimana - il pontefice si è soffermato su Gesù come “modello insuperabile dell’annuncio”. “Il fatto che egli sia il Verbo, ossia la Parola, ci indica un aspetto essenziale di Gesù: Egli è sempre in relazione, in uscita, mai isolato - ha commentato Francesco -. Cristo non solo ha parole di vita, ma fa della sua vita una Parola, un messaggio: vive, cioè, sempre rivolto verso il Padre e verso di noi”.

Nel suo essere il buon Pastore - ha osservato inoltre il pontefice - Gesù non svolgeva solo “un lavoro, che richiedeva del tempo e molto impegno; era un vero e proprio modo di vivere: ventiquattrore al giorno, vivendo con il gregge, accompagnandolo al pascolo, dormendo tra le pecore, prendendosi cura di quelle più deboli. Gesù, in altre parole, non fa qualcosa per noi, ma dà tutto, dà la vita per noi”.

Commentando quindi la parabola del pastore che va in cerca della pecorella smarrita, ha sottolineato che “il cuore pastorale soffre, il cuore pastorale rischia. Dio soffre per chi se ne va e, mentre lo piange, lo ama ancora di più. Ma, in risposta a questa sofferenza, non si chiude, bensì rischia: lascia le novantanove pecore che sono al sicuro e si avventura per l’unica dispersa, facendo così qualcosa di azzardato e pure di irrazionale, ma consono al suo cuore pastorale, che ha nostalgia di chi se n’è andato”.

“Gesù - ha proseguito - ci insegna la nostalgia di coloro che se ne sono andati; non ha rabbia o risentimento, ma un’irriducibile nostalgia di noi. E io mi domando: noi, abbiamo sentimenti simili? Magari vediamo come avversari o nemici quelli che hanno lasciato il gregge. Incontrandoli a scuola, al lavoro, nelle vie della città, perché non pensare invece che abbiamo una bella occasione di testimoniare loro la gioia di un Padre che li ama e che non li ha mai dimenticati?”.

“Non si tratta di fare proselitismo perché gli altri siano ‘dei nostri’ - ha specificato Francesco -. Questo non è cristiano. Si tratta di amare perché siano figli felici di Dio. Chiediamo nella preghiera la grazia di un cuore pastorale, aperto, che si pone vicino a tutti - ha concluso -. La nostra vita senza questo amore che soffre e rischia, non va: se non abbiamo questo amore che soffre e rischia, rischiamo di pascere solo noi stessi”.

Nei saluti ai fedeli il pontefice ha poi ricordato la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che si apre oggi: “invito ciascuno di voi a pregare e ad operare affinché fra tutti i credenti in Cristo si affermi sempre più il cammino verso la piena comunione, e nello stesso tempo vi incoraggio a impegnarvi, con dedizione ed in ogni ambiente di vita, per essere costruttori di riconciliazione e di pace”, ha detto.

Infine il rinnovato appello per la martoriata Ucraina: “Sabato scorso - ha ricordato Francesco - un nuovo attacco missilistico ha causato molte vittime civili, tra cui bambini. Faccio mio il dolore straziante dei familiari. Le immagini e le testimonianze di questo tragico episodio sono un forte appello a tutte le coscienze. Non si può rimanere indifferenti”.

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