20/06/2014, 00.00
VATICANO
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Papa: "no ad ogni tipo di droga", né alla sua legalizzazione

"La droga non si vince con la droga! La droga è un male, e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi". Un "flagello" che "continua ad imperversare in forme e dimensioni impressionanti, alimentato da un mercato turpe, che scavalca confini nazionali e continentali". Per vincere "bisogna dire sì alla vita, sì all'amore, sì agli altri, sì all'educazione, sì al lavoro, sì a più fonti di lavoro".

Città del Vaticano (AsiaNews) - "No ad ogni tipo di droga. Semplicemente" e no alla sua legalizzazione, perché "la droga non si vince con la droga! La droga è un male, e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi". L'incontro con i partecipanti alla 31ma edizione dell'International Drug Enforcement Conference, che si conclude oggi a Roma, ha dato occasione a papa Francesco per affermare il suo no "ad ogni tipo di droga", anche quelle "leggere", all'abuso di alcol,  e anche all'uso di psicofarmaci" da parte di chi continua ad usare droga, perché "non risolve affatto il problema", che va invece affrontato dicendo "sì alla vita, sì all'amore, sì agli altri, sì all'educazione, sì allo sport, sì al lavoro, sì a più fonti di lavoro".

"Il flagello della droga - ha affermato il Papa - continua ad imperversare in forme e dimensioni impressionanti, alimentato da un mercato turpe, che scavalca confini nazionali e continentali. In tal modo continua a crescere il pericolo per i giovani e gli adolescenti. Di fronte a tale fenomeno, sento il bisogno di manifestare il mio dolore e la mia preoccupazione".

"Vorrei dire con molta chiarezza: la droga non si vince con la droga! La droga è un male, e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi. Pensare di poter ridurre il danno, consentendo l'uso di psicofarmaci a quelle persone che continuano ad usare droga, non risolve affatto il problema. Le legalizzazioni delle cosiddette 'droghe leggere', anche parziali, oltre ad essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti che si erano prefisse. Le droghe sostitutive, poi, non sono una terapia sufficiente, ma un modo velato di arrendersi al fenomeno. Intendo ribadire quanto già detto in altra occasione: no ad ogni tipo di droga. Semplicemente. No ad ogni tipo di droga. Ma per dire questo no, bisogna dire sì alla vita, sì all'amore, sì agli altri, sì all'educazione, sì al lavoro, sì a più fonti di lavoro. Se si realizzano questi 'sì', non c'è posto per la droga, per l'abuso di alcol, per le altre dipendenze".

"La Chiesa, fedele al mandato di Gesù di andare dovunque c'è un essere umano sofferente, assetato, affamato, in carcere, non ha abbandonato quanti sono caduti nella spirale della droga, ma con il suo amore creativo è andata loro incontro. Li ha presi per mano, attraverso l'opera di tanti operatori e volontari, perché potessero riscoprire la propria dignità, aiutandoli a far resuscitare quelle risorse, quei talenti personali che la droga aveva sepolto, ma che non poteva cancellare, dal momento che ogni uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio. L'esempio di tanti giovani che, desiderosi di sottrarsi alla dipendenza dalla droga, si impegnano a ricostruire la loro vita, è uno stimolo a guardare in avanti con fiducia".

 

 

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