Papa: nell’ecumenismo difficoltà e incertezze, ma anche fraternità, cooperazione e condivisione
Udienza generale dedicata alla Settimana di preghera per l’unità dei cristiani. L’ascolto del Vangelo, la comunione fraterna, la frazione del pane e la preghiera sono i quattro “fondamenti” dell’unità, necesaria perché si compia nel mondo intero il suo piano di salvezza di Dio.
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’ascolto del Vangelo, la comunione fraterna, la frazione del pane e la preghiera. Sono i quattro “fondamenti” dell’unità tra i cristiani, dalla quale “siamo ancora lontani”, indicati da Benedetto XVI alle ottomila persone presenti all’udienza generale di oggi, svoltasi nella Settimana nella quale “tutti i credenti in Cristo sono invitati a unirsi in preghiera per testimoniare il profondo legame che esiste tra loro e pregare per l’unità”, in modo che “si compia nel mondo intero il suo piano di salvezza”.
Durante questa Settimana, ha detto il Papa, “è particolarmente vivo il rammarico per l’impossibilità di condividere la stessa mensa eucaristica, segno che siamo ancora lontani dalla realizzazione di quell’unità per cui Cristo ha pregato. Tale dolorosa esperienza, che conferisce anche una dimensione penitenziale alla nostra preghiera, deve diventare motivo di un impegno ancora più generoso da parte di tutti affinché, rimossi gli ostacoli alla piena comunione, giunga quel giorno in cui sarà possibile riunirsi intorno alla mensa del Signore, spezzare insieme il pane eucaristico e bere allo stesso calice”.
Commentando il tema di questa Settimana, “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera”, il Papa ha in primo luogo definto “provvidenziale” il fatto che “nel cammino per costruire l’unità, venga posta al centro la preghiera: questo ci ricorda, ancora una volta, che l’unità non può essere semplice prodotto dell’operare umano; essa è anzitutto un dono di Dio”.
Il tema del’attuale Settimana, in particolare, “fa riferimento all’esperienza della prima comunità cristiana a Gerusalemme, così come è descritta negli Atti degli Apostoli”.
In primo luogo, quindi, “abbiamo l’ascolto dell’insegnamento degli Apostoli, ovvero l’ascolto della testimonianza che essi rendono alla missione, alla vita, alla morte e risurrezione del Signore Gesù. È ciò che Paolo chiama semplicemente il Vangelo”.”Ancora oggi, la comunità dei credenti riconosce nel riferimento all’insegnamento degli Apostoli la norma della propria fede: ogni sforzo per la costruzione dell’unità tra tutti i cristiani passa pertanto attraverso l’approfondimento della fedeltà al depositum fidei trasmessoci dagli apostoli”. “Il secondo elemento è la comunione fraterna. Al tempo della prima comunità cristiana, come pure ai nostri giorni, questa è l’espressione più tangibile, soprattutto per il mondo esterno, dell’unità tra i discepoli del Signore”. Negli Atti degli Apostoli si vede che “i primi cristiani tenevano ogni cosa in comune e chi aveva proprietà e sostanze le vendeva per farne parte ai bisognosi. Questa condivisione delle proprie sostanze ha trovato, nella storia della Chiesa, modalità sempre nuove di espressione. Una di queste, peculiare, è quella dei rapporti di fraternità e di amicizia costruiti tra cristiani di diverse confessioni. La storia del movimento ecumenico è segnata da difficoltà e incertezze, ma è anche una storia di fraternità, di cooperazione e di condivisione umana e spirituale, che ha mutato in misura significativa le relazioni tra i credenti nel Signore Gesù: tutti siamo impegnati a continuare su questa strada”. Terzo elemto è “la frazione del pane, in cui il Signore stesso si rende presente con l’unico sacrificio della Croce”. La comunione al sacrificio di Cristo è il culmine della nostra unione con Dio e rappresenta pertanto anche la pienezza dell’unità dei discepoli di Cristo, la piena comunione.
La preghiera, infine, “è da sempre l’atteggiamento costante dei discepoli di Cristo”, fin dalla prima comunità. Ed “è ancora una volta nella preghiera che ci troviamo riuniti, particolarmente in questa settimana, insieme a tutti coloro che confessano la loro fede in Gesù Cristo”.
“Come discepoli del Signore – ha concluso il Papa - abbiamo una comune responsabilità verso il mondo, dobbiamo rendere un servizio comune: come la prima comunità cristiana di Gerusalemme, partendo da ciò che già condividiamo, dobbiamo offrire una forte testimonianza, fondata spiritualmente e sostenuta dalla ragione, dell’unico Dio che si è rivelato e ci parla in Cristo, per essere portatori di un messaggio che orienti e illumini il cammino dell’uomo del nostro tempo, spesso privo di chiari e validi punti di riferimento. E’ importante, allora, crescere ogni giorno nell’amore reciproco, impegnandosi a superare quelle barriere che ancora esistono tra i cristiani; sentire che esiste una vera unità interiore tra tutti coloro che seguono il Signore; collaborare il più possibile, lavorando assieme sulle questioni ancora aperte; e soprattutto essere consapevoli che in questo itinerario il Signore deve assisterci, deve aiutarci ancora molto, perché da soli non possiamo fare nulla”.
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