Papa: negoziati e rispetto dei diritti umani unica strada per la pace nello Sri Lanka
Città del Vaticano (AsiaNews) – La necessità di rispettare i diritti umani ed il rilancio dei negoziati, “unica strada per porre fine alla violenza che insanguina” lo Sri Lanka sono stati affermati nel corso dell’udienza di Benedetto XVI con il presidente Mahinda Rajapaksa, che ha poi incontrato anche il segretaro di Stato, card. Tarcisio Bertone.
“Nel corso dei colloqui – afferma in proposito un comunicato del Vaticano - alla luce della situazione attualmente esistente nello Sri Lanka, si è ribadita la necessità di rispettare i diritti umani e di riprendere la via del dialogo e dei negoziati come unica strada per porre fine alla violenza che insanguina l’isola. La Chiesa cattolica, che offre un significativo contributo alla vita del Paese, - prosegue la nota - intensificherà il delicato impegno di formare le coscienze, con l’unica ambizione di favorire il bene comune, la riconciliazione e la pace”.
Rajapaksa si è recato in Vaticano con la moglie Shiranthi, che è cattolica, il figlio Naal ed alcuni esponenti governativi, compresi i tre ministri cattolici che ne fanno parte. Presidente e uomini del seguito indossavano il tradizionale abito bianco da cerimonia, composto da casacca e pantaloni. Le cinque donne invece indossavano il sari, di colore blu quello della moglie del capo di Stato.
Il colloquio privato e senza interprete tra il Papa e il presidente è durato venti minuti, dopo di che c’è stato l’ingresso e la presentazione della delegazione e lo scambio di doni. Il presidente ha portato al Papa una grande brocca tradizionale per l'acqua, in argento, e Benedetto XVI ha offerto medaglie del pontificato.
Il direttore per la comunicazione del presidente, Lucien Rajakarunanayake ha riferito ai giornalisti presenti che il presidente spera che il Papa apprezzi lo sforzo del governo dello Sri Lanka per risolvere il conflitto nel Paese. Il presidente, ha affermato il direttore, vuole giungere a una soluzione pacifica del conflitto che insanguina lo Sri Lanka dall'83, nonostante gli accordi del 2002.