Papa: l’ecumenismo, preghiera e condivisione, un compito per tutti
Città del Vaticano (AsiaNews) – I cristiani sono “eredi di divisioni avvenute in epoche passate”, ma “Cristo può tutto, egli ‘fa udire i sordi e fa parlare i muti’ (Mc 7,37), è capace cioè di infondere nei cristiani il desiderio ardente di ascoltare l’altro, di comunicare con l’altro e di parlare insieme a lui il linguaggio dell’amore reciproco”. Con questa accorata sottolineatura Benedetto XVI ha ricordato il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, l’appuntamento annuale celebrato dalle molte confessioni cristiane dal 18 al 25 gennaio.
“Ho intenzione di commentare più diffusamente questo tema biblico – ha detto il papa - il prossimo 25 gennaio, festa liturgica della Conversione di san Paolo, quando, in occasione della conclusione della “Settimana di preghiera”, presiederò alle ore 17,30 la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Vi attendo numerosi a tale incontro liturgico, poiché l’unità si fa soprattutto pregando, e più la preghiera è corale, più è gradita al Signore”.
Il pontefice ha ricordato che il tema di quest’anno è stato preparato “dai fedeli di Umlazi, in Sud Africa, città molto povera, dove l’AIDS ha assunto proporzioni di pandemia e dove ben poche sono le speranze umane. Ma Cristo risorto è speranza per tutti. Lo è specialmente per i cristiani. Eredi di divisioni avvenute in epoche passate, essi hanno voluto in questa circostanza lanciare un appello: Cristo può tutto, egli ‘fa udire i sordi e fa parlare i muti’ (Mc 7,37), è capace cioè di infondere nei cristiani il desiderio ardente di ascoltare l’altro, di comunicare con l’altro e di parlare insieme a lui il linguaggio dell’amore reciproco”.
Parlando dell’impegno ecumenico per l’unità dei cristiani, Benedetto XVI ha sottolineato che tale impegno non è solo per degli esperti, ma è per tutti: “l’ecumenismo è un’esperienza dialogica profonda, un ascoltarsi e parlarsi, un conoscersi meglio; è un compito che tutti possono svolgere, specialmente per quanto riguarda l’ecumenismo spirituale, basato sulla preghiera e la condivisione per ora possibile tra i cristiani. Auspico che l’anelito per l’unità, tradotto in preghiera e fraterna collaborazione per alleviare le sofferenze dell’uomo, possa diffondersi sempre più a livello delle parrocchie e dei movimenti ecclesiali e tra gli Istituti religiosi”.
A questo proposito, il papa ha ringraziato la Commissione ecumenica del vicariato di Roma e i parroci che “incoraggiano i fedeli a celebrare la Settimana”. E ha aggiunto: “Più in generale sono riconoscente a quanti, in ogni parte del mondo, con convinzione e costanza pregano e operano per l’unità. Maria, Madre della Chiesa, aiuti tutti i fedeli a lasciarsi intimamente aprire da Cristo alla comunicazione reciproca nella carità e nella verità, per diventare in Lui un cuore solo e un’anima sola (cfr At 4,32)”.
Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha salutato anzitutto insegnanti e studenti delle scuole cattoliche di Roma, esprimendo il suo personale “apprezzamento per il lavoro” che essi svolgono. Salutando poi i pellegrini italiani, il pontefice ha citato i promotori del progetto “Cambia gioco”, che nella città di Lecce hanno invitato i bambini ad abbandonare le armi-giocattolo.
“Mi congratulo per questa iniziativa – ha concluso il papa - e vorrei allargare l’appello: preserviamo l’infanzia dal contagio della violenza!”.