20/05/2020, 10.23
VATICANO
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Papa: la vita, il semplice fatto che esistiamo apre il cuore dell’uomo alla preghiera

La vita “va sempre difesa e protetta” e nonostante i giorni difficili, è colma di una grazia per cui meravigliarsi. “La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Gli uomini di preghiera custodiscono le verità basilari; sono quelli che ripetono, anzitutto a sé stessi e poi a tutti gli altri, che questa vita, nonostante tutte le sue fatiche e le sue prove, nonostante i suoi giorni difficili, è colma di una grazia per cui meravigliarsi. E in quanto tale va sempre difesa e protetta”. L’ha detto oggi papa Francesco che, continuando il ciclo di catechesi per l’udienza generale dedicato alla preghiera, ha centrato la sua meditazione sul tema: «Il mistero della Creazione» (Sal 8,4-5.10).

Nel discorso per l’udienza svoltasi anche oggi nella biblioteca del Palazzo apostolico, Francesco ha parlato del “mistero della Creazione. La vita, il semplice fatto che esistiamo – ha detto - apre il cuore dell’uomo alla preghiera”. “La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera”.

“La preghiera dell’uomo è strettamente legata con il sentimento dello stupore. La grandezza dell’uomo è infinitesimale se rapportata alle dimensioni dell’universo. Le sue più grandi conquiste sembrano ben poca cosa… Però l’uomo non è nulla. Nella preghiera si afferma prepotente un sentimento di misericordia. Niente esiste per caso: il segreto dell’universo sta in uno sguardo benevolo che qualcuno incrocia nei nostri occhi. Il Salmo afferma che siamo fatti poco meno di un Dio, di gloria e di onore siamo coronati (cfr 8,6). La relazione con Dio è la grandezza dell’uomo: la sua intronizzazione. Per natura siamo quasi nulla, piccoli, oggi siamo, domani no, ma per vocazione siamo i figli del grande Re! È un’esperienza che molti di noi hanno fatto. Se la vicenda della vita, con tutte le sue amarezze, rischia talvolta di soffocare in noi il dono della preghiera, basta la contemplazione di un cielo stellato, di un tramonto, di un fiore…, per riaccendere la scintilla del ringraziamento. Questa esperienza è forse alla base della prima pagina della Bibbia”.

“Quando viene redatto il grande racconto biblico della Creazione, il popolo d’Israele non sta attraversando dei giorni felici. Una potenza nemica aveva occupato la terra; molti erano stati deportati, e ora si trovavano schiavi in Mesopotamia. Non c’era più patria, né tempio, né vita sociale e religiosa, nulla. Eppure, proprio partendo dal grande racconto della Creazione, qualcuno comincia a ritrovare motivi di ringraziamento, a lodare Dio per l’esistenza. La preghiera è la prima forza della speranza. Tu preghi e la speranza cresce, direi che la preghiera apre la porta alla speranza”.

“Gli uomini e le donne che pregano sanno che la speranza è più forte dello scoraggiamento. Credono che l’amore è più potente della morte, e che di certo un giorno trionferà, anche se in tempi e modi che noi non conosciamo. Gli uomini e le donne di preghiera portano riflessi sul volto bagliori di luce: perché, anche nei giorni più bui, il sole non smette di illuminarli. Anche nei tempi di dolore. Tutti siamo portatori di gioia. Tutti siamo capaci di portare gioia. Questa vita è il dono che Dio ci ha fatto: ed è troppo breve per consumarla nella tristezza. Lodiamo Dio, contenti semplicemente di esistere. Guardiamo all’universo, alle bellezze, sentire quella inquietudine che porta a pregare”. Siamo i figli del grande Re, capaci di leggere la sua firma in tutto il creato”.

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