Papa: la parola di Dio, e quindi la Chiesa, non invecchiano
All’udienza generale Benedetto XVI illustra la figura di Origene, personalità fondamentale del pensiero cristiano. A lui si deve la multidimensionalità della lettura della Bibbia e una grande esortazione alla coerenza di vita.
Città del Vaticano (AsiaNews) – La “lettura orante” della Bibbia, la predicazione e la coerenza nella condotta “morale” che segnano la vita e l’opera di Origene, “uno dei più grandi” padri della Chiesa, vissuto nel III secolo, restano di estrema attualità. Mostrano che “nella lettura orante della Scrittura e nel coerente impegno della vita, la Chiesa sempre si rinnova e ringiovanisce”, perché “la parola di Dio non invecchia”. Continuando a proporre nel corso delle udienze generali le figure ed il pensiero dei padri della Chiesa, oggi Benendetto XVI ai 25mila fedeli presenti in Piazza Sn Pietro ha parlato di Origene, che ha definito “persona determinante per tutto lo sviluppo del pensiero cristiano”, nel quale ha provocato una “svolta irreversibile”. Tanto che papa Ratzinger ha detto di averne fatto tesoro per il suo “Gesù Cristo” ed ha pregato perché resti modello per i teologi di oggi.
Alunno di Clemente alessandrino – del quale il Papa ha parlato la settimana scorsa – Origene ne rilancia il pensiero verso il futuro. Fu “non solo brillante teologo, ma testimane essenziale della dottrina”, diceva “la condotta deve corrispondere alla parola” e “indusse molti ad imitarlo”, bramava il martrio, che suo padre conobbe. Mentre predicava a Cesarea, ha raccontato Benedetto XVI disse “a nulla mi giova aver avuto un padre martire se non tengo una buona condotta”. La sua “nostalgia per il battesimo di sangue” nel 350 venne in parte esaudita: fu arrestato e torturato cridelmente, fiaccato mori qualche tempo doipo.
Della sua opera abbiamo i titoli di 320 libri e 310 omelie, maggior parte perduta, “ma il poco che ne rimane fa di lui lo scrittore più prolifico dei prini tre secoli del Cristianesimo”.
La “novità del suo pensiero”, illustrata dal Papa, corrispone in sostanza alla fondazione della teologia nella spiegazione delle Scritture, spiegare comprendendo la Scrittura, “la sua è la perfetta simbiosi tra teologia e esegesi”, con un “incessante invito a passare dalla lettera allo spirito delle Scritture per progredire nella conoscenza di Dio”.
Egli vuole una tripice lettura della Bibbia. Anzitutto Origene si impegnò ad accertarne al meglio il testo ed offrirne la tradizione piu affidabile: a questo scopo compì grandi studi: c’è una sua edizione della Bibbia con sei colonne parallele che parte dai caratteri ebraici, per i quali ebbe anche contatti con rabbini. Prima di tutto, dunque, “conoscere esattamente cosa sta scritto”. Poi una lettura sistematica commentata, versetto per versetto per conoscere bene cosa volevano dire. Infine Origene “si dedica moltissimo alla predicazione, adattandosi ad un pubblico variamente composito”. Ci sono, insomma, “il senso letterale, che però nasconde profondità che non appaiono in un primo momento. La seconda dimensione è il senso morale, cioé cosa dobbiamo fare vivendo la Parola. E finalmente il senso spirituale, cioé l'unità della scrittura che in tutta la sua unità ci parla di Cristo”. “Un po' – ha aggiunto - ho tentato nel mio libro su Gesù di mostrare, nella situazione di oggi, questa multidimensionalità della parola della Sacra Scrittura, che prima dev'essere rispettata nel suo senso storico, ma questo senso poi trascende verso Cristo e ci mostra la via su come vivere”.
“Preghiamo il Signore – ha concluso - perché ci dia oggi pensatori, teologi ed esegeti che trovino questa multidimensionalità, questa attualità permanente della Sacra Scrittura. E preghiamo che il Signore ci aiuti a leggere in modo orante la Sacra Scrittura e a nutrirci, così, realmente del vero pane della vita della sua parola”.
Foto: Credit CPP
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