Papa: la gioia del Natale per “i feriti dalla vita”, come i profughi dell’Iraq
Il Papa invita a pensare a coloro, che come gli iracheni che si sono dovuti rifugiare in Siria, soffrono in questo momento di gioia: malati, persone sole, ma anche chi, trascinato dai miti del consumismo e dai sui falsi valori, si perde nella ricerca di “momenti di ebrezza”. La benedizione dei Bambinelli.
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’annuncio la gioia del Natale, della venuta del Signore, è rivolto in particolar modo ai “feriti dalla vita”: coloro che soffrono, sia perché vivono la tragedia della guerra, come in Medio Oriente o in alcune regioni africane, sia perché soffrono per le malattie o la solitudine, sia perché, come molti giovani di oggi, non hanno il vero senso della gioia, persi come sono dietro all’esasperata corsa dietro ai miraggi del consumismo, dei momenti di ebbrezza e di ogni forma di alienazione. Nel giorno nel quale la liturgia invita alla gioia dello spirito, Benedetto XVI ha invitato i fedeli a riflettere sul vero senso della gioia, contenuta non nei miti del tempo, ma nell’annuncio della salvezza, contenuto nella parola di Dio. Il Papa ha in particolare ricordato i profughi iracheni in Siria, “costretti a lasciare il loro paese a causa della drammatica situazione che stanno vivendo”, a favore dei quali ha lanciato un appello “ai privati, alle organizzazioni internazionali e ai goveri”, perché si impegnino ancora di più per “venire incontro ai loro più urgenti bisogni”.
Tanti bambini, oggi, tra le quarantamila persone che hanno preso parte alla recita dell’Angelus, in una piazza San Pietro nella quale è già innalzato l’albero di Natale ed è in costruzione il presepio. Secondo una tradizione romana, i bambini hanno portato con sé i “bambinelli”, ossia le statuine del Bambin Gesù da collocare nei presepi delle parrocchie, delle scuole o delle loro case, per essere benedetti dal Papa. Hanno rumorosamente accolto e risposto con grida al saluto che Benedetto XVI ha loro rivolto dopo la recita della preghiera mariana.
La gioia alla quale invita l’odierna liturgia con l’antifona che riprende un’esortazione dell’apostolo Paolo: “Gaudete in Domino”, nelle parole del Papa, non è riservata solo ai cuori dei cristiani, “è un annuncio profetico destinato all’umanità intera, in modo particolare ai più poveri, in questo caso ai più poveri di gioia! Pensiamo – ha aggiunto - ai nostri fratelli e sorelle che, specialmente in Medio Oriente,
in alcune zone dell’Africa ed in altre parti del mondo vivono il dramma della guerra: quale gioia possono vivere? Come sarà il loro Natale? Pensiamo a tanti ammalati e persone sole che, oltre ad essere provati nel fisico, lo sono anche nell’animo, perché non di rado si sentono abbandonati: come condividere con loro la gioia senza mancare di rispetto alla loro sofferenza? Ma pensiamo anche a coloro – specialmente ai giovani – che hanno smarrito il senso della vera gioia, e la cercano invano là dove è impossibile trovarla: nell’esasperata corsa verso l’autoaffermazione e il successo, nei falsi divertimenti, nel consumismo, nei momenti di ebbrezza, nei paradisi artificiali della droga e di ogni forma di alienazione. Non possiamo non mettere a confronto la liturgia di oggi e il suo “Rallegratevi!” con queste drammatiche realtà. Come ai tempi del profeta Sofonìa, è proprio a chi è nella prova, ai “feriti della vita ed orfani della gioia” che si rivolge in modo privilegiato la Parola del Signore. L’invito alla gioia non è un messaggio alienante, né uno sterile palliativo, ma, al contrario, é profezia di salvezza, appello ad un riscatto che parte dal rinnovamento interiore”.
“Per trasformare il mondo – ha detto ancora il Papa - Dio ha scelto un’umile fanciulla di un villaggio della Galilea, Maria di Nazaret, e l’ha interpellata con questo saluto: ‘Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te’. In quelle parole sta il segreto dell’autentico Natale. Dio le ripete alla Chiesa, a ciascuno di noi: Rallegratevi, il Signore è vicino! Con l’aiuto di Maria, offriamo noi stessi, con umiltà e coraggio, perché il mondo accolga Cristo, che è la sorgente della vera gioia”.
Dopo la recita dell’Angelus, nel saluto ai bambini e ai ragazzi di Roma, “ benedico di cuore – ha detto tutti i ‘Bambinelli’. Cari ragazzi – ha concluso - davanti al presepe, pregate Gesù anche per le intenzioni del Papa! Vi ringrazio e vi auguro un buon Natale!”.
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