Papa: la Chiesa promuova un turismo etico e responsabile
Città del Vaticano (AsiaNews) - Viaggiare dà la possibilità di ammirare la bellezza dei paesi, delle culture e della natura, "ci può condurre a Dio, favorendo l'esperienza della fede"; d'altro canto il turismo "non è esente da pericoli, né da elementi negativi", come il turismo sessuale, "una delle forme più abiette di queste deviazioni che devastano, dal punto di vista morale, psicologico e sanitario, la vita delle persone, di tante famiglie e, a volte, di intere comunità. La tratta di esseri umani per motivi sessuali o per trapianti di organi, come lo sfruttamento di minori, il loro abbandono in mano a persone senza scrupoli, l'abuso, la tortura, avvengono tristemente in molti contesti turistici".
Da questa considerazione parte la sollecitazione di Benedetto XVI a promuovere una pastorale del turismo illuminata dalla dottrina sociale della Chiesa, che rispetti i luoghi, anche sacri, e che accompagni i cristiani a usufruire del tempo libero e delle ferie "in modo che siano di profitto per la loro crescita umana e spirituale".
Nel messaggio inviato al presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, card. Antonio Maria Vegliò, e al vescovo di Cancún-Chetumal, mons. Pedro Pablo Elizondo Cárdenas, L.C., in occasione del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo che si svolge in quella città messicana sul tema: "Il turismo che fa la differenza":
"Il turismo - scrive il Papa - è certamente un fenomeno caratteristico della nostra epoca, sia per le dimensioni significative che ha raggiunto come pure per le prospettive di crescita che si prevedono". Esso, "assieme alle vacanze e al tempo libero, appare come uno spazio privilegiato per il ristoro fisico e spirituale, agevola l'incontro di quanti appartengono a culture diverse, ed è occasione di avvicinamento alla natura, favorendo con tutto ciò l'ascolto e la contemplazione, la tolleranza e la pace, il dialogo e l'armonia in mezzo alla diversità".
"D'altra parte il turismo, come ogni realtà umana, non è esente da pericoli, né da elementi negativi. Si tratta di mali che bisogna affrontare urgentemente, perché colpiscono i diritti e la dignità di milioni di uomini e donne, specialmente dei poveri, dei minori e dei disabili. Il turismo sessuale è una delle forme più abiette di queste deviazioni che devastano, dal punto di vista morale, psicologico e sanitario, la vita delle persone, di tante famiglie e, a volte, di intere comunità. La tratta di esseri umani per motivi sessuali o per trapianti di organi, come lo sfruttamento di minori, il loro abbandono in mano a persone senza scrupoli, l'abuso, la tortura, avvengono tristemente in molti contesti turistici. Tutto questo deve indurre coloro che si dedicano pastoralmente o per motivi di lavoro al mondo del turismo, come pure l'intera comunità internazionale, ad aumentare la vigilanza, a prevenire e contrastare queste aberrazioni".
Con l'obiettivo di "pensare a un turismo diverso, capace di promuovere una vera conoscenza reciproca, senza togliere spazio al riposo e al sano divertimento", Benedetto XVI indica "tre ambiti nei quali la pastorale del turismo deve centrare la sua attenzione. In primo luogo, illuminare questo fenomeno con la dottrina sociale della Chiesa, promuovendo una cultura del turismo etico e responsabile, in modo che giunga ad essere rispettoso della dignità delle persone e dei popoli, accessibile a tutti, giusto, sostenibile ed ecologico. Il fruire del tempo libero e delle vacanze periodiche sono una opportunità, così come un diritto. La Chiesa desidera continuare ad offrire la sua sincera collaborazione, nell'ambito che le è proprio, per far sì che questo diritto sia una realtà per tutti gli esseri umani, specialmente per i gruppi maggiormente sfavoriti".
"In secondo luogo, l'azione pastorale non deve mai dimenticare la via pulchritudinis, la «via della bellezza». Molte delle manifestazioni del patrimonio storico-culturale religioso «sono vere strade verso Dio, la Bellezza suprema, anzi, sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera. Si tratta delle opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede» (Udienza generale, 31 Agosto 2011). È importante curare l'accoglienza ed organizzare le visite turistiche sempre nel rispetto del luogo sacro e della funzione liturgica per la quale sono nate molte di queste opere e che continua ad essere il loro fine principale".
"E, in terzo luogo, la pastorale del turismo deve accompagnare i cristiani nel usufruire delle loro ferie e del tempo libero, in modo che siano di profitto per la loro crescita umana e spirituale. Questo è certamente «un tempo opportuno per distendere il fisico ed anche per nutrire lo spirito attraverso spazi più ampi di preghiera e di meditazione, per crescere nel rapporto personale con Cristo e conformarsi sempre di più ai suoi insegnamenti» (Angelus, 15 Luglio 2007). La nuova evangelizzazione, alla quale tutti siamo chiamati, ci chiede di avere presente e usare le numerose occasioni che il fenomeno del turismo ci offre per presentare Cristo come risposta suprema agli interrogativi dell'uomo di oggi".