Papa: l’amore che ha accettato la Croce chiede all’uomo di essere “accolto” e “diffuso”
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’amore di Dio verso l’umanità, che ha avuto la sua massima manifestazione nella Croce, chiede all’uomo di essere “accolto” e “diffuso”, riconoscendo le offese alla dignità umana e combattendo tutte le forme di disprezzo per la vita e di sfruttamento delle persone. Il messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima, reso noto oggi, si muove sulle orme dell’enciclica Deus caritas est per riflettere sul come e perché dell’amore di Dio verso l’uomo e sulla risposta della creatura verso il Creatore.
Centrato sul tema “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto (Gv 19,37)”, il documento torna a rilevare che nell’amore di Dio ci sono sia “agape” – “l’amore oblativo di chi ricerca esclusivamente il bene dell’altro” – sia l’”eros” – “l’amore di chi desidera possedere ciò che gli manca e anela l’unione con l’amato”. Il Papa teologo spiega che l’amore di Dio è certamente agape: “tutto ciò che l’umana creature è ed ha è dono divino”, ma anche eros: “il Creatore dell’universo mostra verso il popolo che si è scelto una predilezione che trascende ogni umana motivazione”. E “l’Onnipotente attende il ‘sì’ delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa”. Ma “purtroppo fin dalle sue origini l’umanità, sedotta dalle menzogne del Maligno, si è chiusa all’amore di Dio, nell’illusione di un’impossibile autosufficienza”.
“Dio, però, non si è dato per vinto, anzi, il ‘no’ dell’uomo è stato come la spinta decisiva che l’ha indotto a manifestare il suo amore in tutta la sua forza redentrice”. Ed è la Croce, nella quale si rivela “la pienezza dell’amore di Dio”.
La Quaresima, dunque, sia tempo di contemplazione e di riflessione sulla Croce. “La risposta che il Signore desidera da noi è innanzi tutto che noi accogliamo il suo amore e ci lasciamo attrarre da Lui. Accettare il suo amore, però, non basta. Occorre corrisponderlo e impegnarsi poi a comunicarlo agli altri: Cristo ‘mi attira a sé’ per unirsi a me, perché impari ad amare i fratelli con il suo stesso amore”.
La contemplazione della Croce, in questo suo carattere missionario, ci spingerà anche “ad aprire il cuore agli altri, riconoscendo le ferite inferte alla dignità dell’essere umano; ci spingerà in particolare, a combattere ogni forma di disprezzo della vita e di sfruttamento della persona e ad alleviare i drammi della solitudine e dell’abbandono di tante persone. La Quaresima - conclude Benedetto XVI – sia per ogni cristiano una rinnovata esperienza dell’amore di Dio donatoci in Cristo, amore che ogni giorno dobbiamo a nostra volta ‘ridonare’ al prossimo, soprattutto a chi più soffre ed è nel bisogno. Solo così potremo partecipare pienamente alla gioia della Pasqua”. (FP)