Papa: in Thailandia serve una formazione etica, anche contro lo sfruttamento sessuale
Ricevendo i vescovi del Paese asiatico, Benedetto XVI sottolinea l’importanza della cooperazione interreligiosa con i buddisti, per combattere gli aspetti negativi della globalizzazione, come la marginalizzazione del senso del sacro.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Promuovere la formazione attraverso le scuole tenute dai cattolici e l’azione dei catechisti, collaborare con i buddisti per conservare e migliorare le tradizioni culturali dei tailandesi, opponendosi così, attraverso la cooperazione interreligiosa, ad uno degli effetti negativi della globalizzazione e proseguire negli sforzi per combattere il traffico di donne e bambini legato alla prostituzione, effetto, oggi, anche del declino dei valori morali provocato dalla banalizzazione della sessualità causata dai media e dall’industria del tempo libero. Sono gli aspetti della vita dei cattolici tailandesi che Benedetto XVI ha evidenziato oggi ricevendo, in Vaticano, i vescovi della Tailandia per la loro quinquennale visita “ad limina”.
Alla piccola comunità cattolica di un Paese a larghissima maggioranza, il Papa ha innanzi tutto espresso l’importanza della cooperazione interreligiosa, in particolare contro taluni effetti negativi della globalizzazione. Essa infatti, accanto a fattori come un “senso di solidarietà globale”, produce “frammentazione e un certo individualismo, nel quale il secolarismo trova sostegno per spingere ai margini il trascendente ed il senso del sacro e nascondere la vera sorgente dell’armonia e dell’unità con l’universo”. Proprio tali aspetti evidenziano l’importanza della cooperazione tra le religioni. “Di comune accordo esse possono sforzarsi per affermare l’anima spirituale e morale del vostro popolo. D’accordo con i buddisti, voi potete promuovere la reciproca comprensione riguardo alla trasmissione delle tradizioni alle generazioni successive, l’articolazione dei valori etici che la ragione può discernere, il rispetto per il trascendente, la preghiera e la contemplazione. Pratiche e disposizioni che servono al comune benessere della società e nutrono l’essenza di ogni essere umano”.
Nella stessa prospettiva, il Papa ha sottolineato l’importanza del contributo delle scuole cattoliche “alla formazione intellettuale di tanti giovani tailandesi”, cattolici e buddisti, ed alla loro “educazione spirituale e morale”. Ai religiosi ed alle religiose che “con diligenza” prestano la loro opera nelle istituzioni scolastiche cattoliche, Benedetto XVI ha poi raccomandato di “essere prima di tutto missionari”. Ciò richiede ai docenti di essere sempre vicini agli studenti ed alle loro famiglie.
Nel comune impegno della proclamazione del Vangelo, un servizio speciale è svolto dai catechisti, ma non può essere lasciato solamente a loro, ma va condiviso dai sacerdoti che hanno preparazione filosofica e teologica. Una particolare attenzione il Papa ha raccomandato nella formazione degli sposi non cattolici e di quei cattolici, individui o famiglie, che “lasciando le loro regioni rurali per andare in città, rischiano di perdere il contatto con la vita della Chiesa”.
Un ultimo pensiero Benedetto XVI ha dedicato al “flagello del traffico di donne e bambini e della prostituzione”. “Indubbiamente – ha detto – la povertà è l’elemento che sottostà a questo fenomeno” e la Chiesa fa quanto può per combatterla. “Ma c’è un ulteriore aspetto che deve essere conosciuto e collettivamente affrontato se questo disgustoso sfruttamento umano deve essere effettivamente affrontato. Parlo della banalizzazione della sessualità nei media e nelle industria dello svago che alimenta il declino dei valori morali e spinge al degrado della donna, la mancanza di fedeltà nel matrimonio ed anche l’abuso dei bambini”.
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