Papa: in Terra Santa ingiustificabili atti di terrorismo e di rappresaglia
Introd (AsiaNews) Il conflitto in atto in Terra Santa trae origine da "oggettive situazioni di violazione del diritto e della giustizia. Ma né gli atti terroristici né le rappresaglie" possono trovare giustificazione.
Ancora la Terra Santa ed il Libano nei pensieri di Benedetto XVI che oggi, dalla Valle d'Aosta, dove sta trascorrendo un periodo di riposo, ha invitato "le Chiese locali ad elevare speciali preghiere per la pace in Terra Santa ed in tutto il Medio Oriente".
L'escalation degli scontri in Libano e la minaccia di ulteriore estensione del conflitto preoccupano evidentemente Benedetto XVI e il Vaticano che sta moltiplicando i suoi interventi per richiamare alla ragione ed invitare al dialogo le parti in lotta. Oggi, il Papa ha esplicitamente fatto alcuni riferimenti concreti: alle "oggettive situazioni di violazioni del diritto e della gustizia", che richiamano alla mente la situazione dei Territori, ma anche ad atti espressamente definiti "terroristici" ed alle "rappresaglie", ugualmente definiti ingiustificabili.
"In questi ultimi giorni ha detto Benedetto XVI alle circa 10mila perone salite a Les Combes per partecipare alla recita dell'Angelus domenicale - le notizie dalla Terra Santa sono per tutti motivo di nuove gravi preoccupazioni, in particolare per l'estendersi di azioni belliche anche in Libano, e per le numerose vittime tra la popolazione civile. All'origine di tali spietate contrapposizioni ha proseguito - vi sono purtroppo oggettive situazioni di violazione del diritto e della giustizia. Ma né gli atti terroristici né le rappresaglie, soprattutto quando vi sono tragiche conseguenze per la popolazione civile, possono giustificarsi. Su simili strade, come l'amara esperienza dimostra non si arriva a risultati positivi".
Il Papa, che ha parlato della Terra Santa dopo la recita dell'Angelus, ha poi ricordato, come già aveva fatto prima della recita dela preghiera mariana, che "questo giorno è dedicato alla Madonna del Carmelo, Monte della Terra Santa che, a pochi chilometri dal Libano, domina la città israeliana di Haifa, anch'essa ultimamente colpita. Preghiamo Maria, Regina della Pace, perché impetri da Dio il fondamentale dono della concordia, riportando i responsabili politici sulla via della ragione ed aprendo nuove possibilità di dialogo e di intesa. In questa prospettiva invito le Chiese locali ad elevare speciali preghiere per la pace in Terra Santa ed in tutto il Medio Oriente".
Il Papa, che venerdì è andato a visitare un convento di carmelitane non lontano dalla villetta ove trascorre le sue vacanze e dove ha pregato per la Terra Santa, dopo aver esaltato la bellezza delle montagne, con il riferimento che esse fanno al Creatore, ha ricordato che "per una felice coincidenza, l'odierna domenica cade il 16 luglio, giorno in cui la liturgia ricorda la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo, alto promontorio che si erge lungo la costa orientale del Mar Mediterraneo, proprio all'altezza della Galilea, ha sulle sue pendici numerose grotte naturali, predilette dagli eremiti. Il più celebre di questi uomini di Dio
fu il grande profeta Elia, che nel IX secolo avanti Cristo difese strenuamente dalla contaminazione dei culti idolatrici la purezza della fede nel Dio unico e vero. Proprio ispirandosi alla figura di Elia, è sorto l'Ordine contemplativo dei "Carmelitani", famiglia religiosa che annovera tra i suoi membri grandi santi come Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Teresa di Gesù Bambino e Teresa Benedetta della Croce (al secolo, Edith Stein). I Carmelitani hanno diffuso nel popolo cristiano la devozione alla Beata Vergine del Monte Carmelo, additandola come modello di preghiera, di contemplazione e di dedizione a Dio".
"Alla Regina del Monte Carmelo ha concluso il Papa - desidero quest'oggi affidare tutte le comunità di vita contemplativa sparse nel mondo, in modo speciale quelle dell'Ordine Carmelitano, tra le quali ricordo il monastero di Quart, non molto lontano da qui. Maria aiuti ogni cristiano a incontrare Dio nel silenzio della preghiera".